katerina plotnikova
A proposito di Landais- Poesie per la libertà delle donne
Venezia, Scoletta dei Calegheri,25 Marzo 2014
Ho ricevuto telefonate e scritti, dopo questa giornata di Venezia, che ha fatto volare vecchi e nuovi landais dopo l’incontro di Bologna, del settembre scorso. Di questo pomeriggio vedo foto qua e là, bellissime, di donne e di cartelli, di letture e di passione che ha unito tutto. Antonella mi ha aggiornato come ci fossi stata ed è bello questo senso così forte di tenere aperto l’anello di una catena, pronte ad aggiungerne altri ed altri ancora, partendo da molto lontano. Di seguito il comunicato di Venezia.
Contro la violenza e per la libertà femminile. Dolore, rabbia, ma anche gioia: i Landais che abbiamo imparato a comporre si prestano ad esprimere tutte le emozioni. Ma se da una parte la gioia è un punto d’arrivo efficace contro la violenza quotidiana, dall’altra è inadeguato, quasi vergognoso nominarla di fronte all’intensificarsi in tutto il mondo della violenza contro le donne e all’impiego dello stupro seriale come arma di guerra. Eppure, questa gioia va fatta circolare assieme alla denuncia, perché è il primo bersaglio contro cui i violentatori si accaniscono. Il 25 marzo 2014 alla Scoletta dei Calegheri di Venezia, in continuità con la proposta lanciata da Vittoria Ravagli con il Gruppo Gimbutas di Sasso Marconi (Bologna), sono stati letti i nuovi Landais composti per la manifestazione sostenuta da alcune poete veneziane. L’incontro si è aperto con la lettura dello scritto di Vittoria in Carte Sensibili: “I Landais sono una forma di poesia breve, popolare e antica che le donne afghane utilizzano in segreto per denunciare le violenze e i soprusi a cui sono sottoposte”. Alda Di Stefano ha parlato del primo incontro sui Landais organizzato nel 2013 da Ravagli ai Giardini del Guasto di Bologna. Sono stati letti i Landais inviati da autrici presenti in quell’occasione, come la stessa Aldina, Leila Falà, Graziella Poluzzi e Paola Tosi, e i nuovi Landais pervenuti da Antonella Barina, Lucia Guidorizzi, Giorgia Pollastri, Simonetta Borrelli, Sabrina Vian, Rita Degli Esposti, Rossella Ricci, Mirella Padovani, Angela Marchionni, Fabia Ghenzovich, Nadia Cavalera, Benedetta Iandolo, Flor Aristimuno, Annassim – Donne native e migranti sulle due sponde del Mediterraneo nella selezione dei landais delle donne egiziane fatta da Lella di Marco, Roberta Ferrara, Paola Pennecchi, Gabriella Cappelletti, Paola Volpato, Silvia Parma, Alice Di Lauro, Anna Barutti, Silvia Favaretto, Carla Eligi e da ragazze e ragazzi della scuola Algarotti di Venezia, che hanno risposto con landais e disegni all’appello delle poete. Prima e durante l’incontro, la spirale del Laboratorio Spazio Vuoto/M’Editare (foto MBS). Esposto il banner realizzato da Beatrix VT. (Antonella Barina)
I landays sono una forma di poesia breve, popolare e antica che le donne pasthun utilizzano in segreto per denunciare le violenze e i soprusi a cui sono sottoposte. Landays – o landai – è un distico in cui il primo verso è di nove sillabe, il secondo di tredici. Ma non vi è rigidità nel comporre.
La poesia semplice, comprensibile a tutti e che tutti possono scrivere, è certo uno dei mezzi più potenti e liberi per dare messaggi immediati, forti, che si fissino nelle menti in modo indelebile. Con la poesia si sono fatte conoscere nel mondo le lotte dei popoli oppressi, si sono tramandate per secoli le storie delle genti dimenticate. Un amico poeta, Marco Ribani, ha pensato alla possibilità che i landai vengano usati “come arma internazionale di denuncia delle donne contro la società maschilista e le violenze famigliari”: io credo che la sua intuizione sia preziosa. La violenza sulle donne è un fatto di inciviltà insopportabile. È il frutto della volontà cieca dell’uomo che vuole sopprimere la voce delle donne e la loro partecipazione alla vita attiva e alle decisioni comuni. Il patriarcato sta mostrando il peggio di sé sia a livello privato che pubblico. Ora se questo mezzo così semplice può essere la trama che unisce le voci delle donne sulla terra e dà loro potenza formando un’unica tela, partiamo da là, dalle donne afgane – così terribilmente provate – e facciamo girare questo messaggio senza stancarci, coinvolgendo amici, associazioni, istituzioni, giornali, blog, rete. E gli uomini, perché sono loro prima di tutto che debbono cambiare. (Vittoria Ravagli)
La prima manifestazione pubblica dedicata ai Landais, con il concorso di numerose poete, è stata promossa da Vittoria Ravagli col Gruppo Marija Gimbutas di Sasso Marconi (Bologna) e si è svolta nel 2013 ai Giardini del Guasto di Bologna, ospitata in 100Thousand Poets for Change. Sul sito Carte Sensibili è rintracciabile la crescita di questo percorso poetico che è arrivato anche nelle scuole.
– La proposta lanciata da Vittoria Ravagli
https://cartesensibili.wordpress.com/2013/06/25/tempiquieti-e-i-landays-vittoria-ravaglipresenta- il-percorso/
https://www.facebook.com/pages/Landays-pagina-gestita-da-Patricia-Darr%C3%A8-e-
– Prima lettura ai Giardini del Guasto di Bologna
https://cartesensibili.wordpress.com/2013/10/06/100thousand-poets-for-change-a-bolognavittoria-ravagli-racconta/
-Letture e partecipazione nella scuola
https://cartesensibili.wordpress.com/2014/01/07/tempiquieti-vittoria-ravagli-i-landais-ascuola/
https://cartesensibili.wordpress.com/2014/03/08/tempiquieti-vittoria-ravagli-quale-auspiciomigliore-
per-questo-8-marzo-landais-a-scuola/
-Il percorso prosegue nel marzo 2014 con una tappa a Venezia a cura di Antonella Barina,
Lucia Guidorizzi, Giorgia Pollastri.
Immagini in locandina: Opera Beatrix V T, steli in gesso 60x 80, realizzazione di Angela
Marchionni e Roberta Ferrara, con Landais di Marchionni, Ferrara, Ricci, Jandolo
.
alison hulot
I LANDAYS
.
Aldina Di Stefano
se ti acchiappa, fingiti morta
così fa la cincia per scappare dal gatto
*
mio marito non è violento
nel dubbio, in cucina, ho i coltelli di plastica
*
noi siamo come matrioske
ucciderete la prima, non tutte quante
*
faccio finta di ricamare
con l’ago ed il filo scrivo ciò che ho taciuto
*
tienimi il sacco, mi ordinò.
No. Non più, dissi, alzando fiera la testa
.
katerina plotnikova
Antonella Barina
I miei sogni
Qualunque cosa mi facciate
I miei sogni continuano a vivere in me
Landais di forza, resistenza e gioia
Ero una palma
Un tempo ero una palma
Non c’è più il deserto, ma un immenso palmeto
*
Siamo le foglie
Ci avete tolto l’aria
ma noi siamo le foglie che respirano
*
Senti
Mi hai afferrato per la gola
Senti come urlano le mie sorelle
*
Una nuova aurora
Crollano le vostre certezze
Intravedo una nuova aurora al mondo
*
Voglio vivere
Finora mi sono nascosta
Ora voglio vivere alla luce del sole
*
Creatura di questa terra
Non voglio mai più delegare
Io sono una creatura di questa terra
*
Nuova linfa
La poesia non cambia nulla?
Senti la nuova linfa dentro le tue vene
*
Non avete potere
Un’altra si ucciderebbe
Ma su di me non avete potere
*
Mi sono rialzata
Tante volte finita a terra
Quante quelle che mi sono rialzata
*
Ora di finirla
Credo sia ora di finirla
I fiori della casa con te appassiscono
*
Cancellerò ogni orma
Scivolerò via come spettro
Cancellerò ogni orma nell’andarmene
*
Di latte e miele
Solo il fatto di esser lontana
Rende di latte e miele il mio letto
*
Danno collaterale
La famiglia mi uccide
Per voi è solo un danno collaterale
*
Sono riuscita
M’avete dimenticata
Dunque sono riuscita nel mio intento
*
Oggi il sole
Oggi il sole è tornato
Figli miei, vorrei parlarvi della gioia
*
Nel mio cuore
Non credetemi mai sola
Ora e sempre vi porto nel mio cuore
*
Davanti a nulla
Non occorre che mi difendiate
Vostra madre non si piega davanti a nulla
*
Non importa
Non importa se amerò ancora
L’amore arriva solo se non lo aspetti
*
Sono innamorata
Figli, sono innamorata
Che il peso di me lasci il vostro cuore
*
LUCE È L’ESSENZA (la gioia)
Luce è l’essenza dell’amore
Che traspare da ogni poro della mia pelle
*
SPIRALE (la gioia)
Come la muta del serpente
Io ora mi apro a nuove stagioni
*
Landais della ri/conoscenza
Unde origo inde salus
Ma nel nome del padre e mai della madre
*
Unde origo inde salus
Non posso parlar di madre se la cancello
*
Unde origo inde Salus
E riconosci la matrice dentro di te
.
gustav klimt – hygeia
Lucia Guidorizzi
La violenza dell’ostacolo non trattiene l’acqua
ma la fa scorrere più forte e più lieta
*
Guardo questa notte e la vedo chiara
lacrime hanno lavato la tua oscurità priva di sguardo
*
Cado, mi rialzo, mi allontano
mentre tu rimani inchiodato alla macina del rancore
*
Da questo silenzio intessuto d’intento
ricaverò ponti celesti verso il mio Altrove
*
Chi sei tu che mi laceri
dove fa così male l’amore
*
Ricacciata indietro ricomincio a procedere
verso una promessa di aurore
*
Il mio corpo piange
divieti
di memorie nascoste
**
Giorgia Pollastri
donne vestite di nero
piangete in silenzio le care assenze*
ragazza\bambina che corri
non scegliere l’ombra ma resta visibile
*
cercavi l’oro dei suoi occhi
hai trovato solo il sangue del tuo petto
*
occhi di stelle sorridono
a mani assassine che stuprano i fiori
*
correvi felice incontro
all’amore più truce che donna mai sogni
*
Ero la luce dei tuoi occhi
con un solo colpo hai spento la luce
*
Tu uomo vendichi un rifiuto
ora il tuo amore diventa la nostra pena
*
Per una suora Croata:
Votato il tuo cuore al Signore
ti trovi ora mamma in un corpo stuprato
**
Simonetta Borrelli
sola nel mio terrore, canto,
aspettando la tua prossima violenza
*
potrai picchiarmi all’infinito
ma non riuscirai a far tacere il mio canto.
**
Sabrina Vian-Landscape
Navigo in fiumi di vita
Cercando l’Ailanto che tocca il tuo cielo
*
I rintocchi della campana:
c’è speranza, il sole mi abbraccia.
*
Ho sognato le nuvole
camminavamo dietro l’arcobaleno
*
Provo a celare il male
tra i segni di un tatuaggio indelebile.
**
Rita degli Esposti
…..ali nella gabbia per aprire
scure parole per mia ombra cantare
**
Rossella Ricci
Mostra il tuo volto bagnato dall’acido
che scava la pelle e l’anima. Mostra il tuo volto.
**
Mirella Padovani
Come un lupo ti aggiri
io, coniglio o pecora senza scampo, cado.
*
Ho ascoltato in silenzio…
morendo sotto il peso delle tue bugie.
**
Angela Marchionni
L’impensato
2014 (Landays, Poesia per la libertà delle donne)
S/guarnisce parole d’esangui
ruberie, l’avvento. Incontenibile.
**
Graziella Poluzzi
Non so perché lui si agita…
La mano si trasforma in arma di odio.
*
Colei che vive nell’angoscia
ha già pronto il sudario della propria fine.
*
Il suo occhio si fa rovente
il terrore mi soffoca, mi paralizza.
*
Nella mano orrida lama
non mi uscì neanche: “Tu, un assassi…”
*
Il mio volto e le grida
perseguiteranno tutte le tue notti
.
katerina plotnikova
Fabia Ghenzovich
Non conosce il passo e la strada
non sa di seguire l’orbita di una stella.
*
Sentirmi dicevo libera
mai più bottino delle tue inquisizioni.
*
Sono la nomade notturna
io fiuto il vento – tu non avrai più potere.
*
Inutile questo scavare
siamo solo macerie secoli di fosse.
*
Non mi appartieni se cammino
da sola con passi contrari al tuo richiamo.
*
E buttala questa corrotta
zavorra pezzo a pezzo lasciala cadere!
*
Si genera e nel farsi emette
un suono libero più potente del tuono.
*Alzasti la lama nel pugno
la stessa mano per lo stesso tradimento.
*
Vittima cerbiatta all’inguine
il buio nel tuo corpo acerbo di bambina.
*
Questo sforzo teso alla luce
questo stare – malgrado – nel gesto che salva.
*
Traccio quel segno a cancellare
a dire no a bandire ogni spina di guerra.
*
Re nudo agli occhi di un bambino
ammutolisci balbetti che sono adesso?
*
Al bivio collassa il secolo
sentieri senza tracce incalzano orizzonti.
**
Benedetta Iandolo
LA FERITA
Per un attimo ho visto il cielo, eri tu
madre…mentre lui mi divorava la carne… il tuo silenzio mi ha uccisa.
gustav klimt
Flor Aristimuno
Mia zia questa sera lavora
Rimango a tuoi capricci, tremo e dispero, forse mi salverà il pianto di tua figlia.
*
Di notte, prima del canto del gallo
Cercavi di divorare la mia acerba infanzia.
*
Mia nonna diceva sei magra
Mi lasciava da sola con te, pregavi
e mi palpeggiavi.
*
Con la apparenza di tenera foglia
Volevi accarezzar me, crisalide.
*
Ho sotterrato ogni soldo che mi davi
Sepolto con essi le tue carezze oscene.
*
Esemplare violentatore infantile.
E pensare che da piccola mi affidavano a te.
**
Annassim – Donne native e migranti sulle due sponde del Mediterraneo
(selezione donne egiziane di Lella di Marco)
VIOLENZA SULLE DONNE EGIZIANE IN RIVOLTA/L’ALTROVE E’ OVUNQUE
I landays DI CUI FACCIAMO DONO sono una produzione collettiva – realizzata di getto dopo il racconto molto sofferto che, della rivolta al Cairo, ci ha fatto Hend egiziana al suo ritorno a Bologna nel settembre 2013 – Esprimono uno stato d’animo una tonalità emotiva – una affettività che creano PAROLE CHE PRENDONO IL VOLO/ MANIFESTANDO IL VISIBILE NELL’INVISIBILE
*
VIOLENZA SESSUALE STUPRI DI GRUPPO
COME PUNIRE MEGLIO UNA DONNA IN RIVOLTA?
*
CORPO FEMMINILE COME BERSAGLIO
OLTRAGGIARLO, ANNIENTARLO… E’ PIACERE PER IL POTERE
*
SARA E LE ALTRE GRIDANO LIBERTA’
DENUDATE, STUPRATE, LEGATE SONO ESPOSTE AI PASSANTI
*
GRAFFITI ; GRAFFI DI DONNE SENZA PAROLA
DELLA MEMORIA ,MEGAFONO DI LIBERTA’
*
A PIAZZA TAHRIR PER LA LIBERTA’ ,
LA PIU’ GRANDE EMOZIONE DELLA MIA VITA
**
Roberta Ferrara
(in lingua segreta)
non dissi più parola, restai
muta, dentro me divenni lingua segreta
**
Paola Pennecchi
Finte madri denti aguzzi
coprivano con canti lievi le mie grida
*
Aveva tante voci dentro
e le orbite svuotate dalle occhiaie
*
Danzare, questo si può fare
nelle stanze deserte prima dello scuro
*
Sciaborda, sciaborda pensiero:
onore all’agonia del quotidiano
**
Gabriella Cappelletti
Sono costretta a ricordare
donne morte galleggiano e ci chiamano:
*
Sono morta da sette anni
oggi torno con voi a tracciare la mia pena
*
E’ incominciato il mio calvario
da quando lui ha scoperto il mio diario
*
Ricordati di me sono Lia
mi tolsero tutte tutte le parole
*
Siamo senza nome, due donne
lapidate a Ghazni laggiù in Afghanistan
*
Sono Maria Grazia la donna
Uccisa in riva al Po con una pietra
*
Voce ridente, corpo lieve
tutto ho perso ma ricordatevi di me
*
dei campi di stupro in Bosnia
e altrove donne usate come merci
*
Ricordatevi sempre di me
sono Ginetta dalla gola tagliata
*
Non dimenticatevi di me
per raggiungervi ho attraversato il mare
*
Dici “non voglio farlo mai più”
Ma ancora ancora so che non vedi l’ora
*
Sono Giovanna, per fuggire
sono caduta e sto cadendo ancora
*
Sono Li dai piedi mozzati
volevo solo attraversare la soglia
*
Dolore e indignazione
oggi ci uniscano in una canzone
*
Il filo del telefono per
intrecciare una rete forte un dono
*
per un bel grande NO insieme
tutte noi resistenti siamo volate qui
*
per tracciare reti volte a
segnalare libertà quasi insperate
*
reti di liberi diari
elenchi di parole non più relegate
*
è giunta l’ora ormai,si
l’ora è giunta
etcpae
Paola Volpato
più di me credi di amare ?
saresti dunque capace di farmi passare davanti ?
**
Silvia Parma
La mia forza è un albero infinito
Puoi spezzarne i rami, ma non sradicarne le radici
*
Sento la voce delle mie sorelle
La libertà è nel loro canto, ali che non puoi spezzare
*
Ogni lacrima che verso per la mia libertà
E’ un petalo di rosa. Alla fine il mio giardino sarà bellissimo
*
Fratello amico amante, dolci suoni
Canti infiniti che inneggiano alla vita.
*
Le mie unghie graffiano l’aria
Troverò altre mani a cui aggrapparmi. E le tue zanne morderanno il vuoto
*
C’è un luogo di me che non potrai profanare.
Il luogo dove custodisco la mia Bellezza. E che tu non vedrai mai.
**
Nadia Cavalera
Io cercavo solo il mare
tu m’hai affondata invece nel letame
*
L’odore forte della morte
m’ha risospinta a riprendermi la vita
*
Son Marta stuprata filmata
giuro puro che non me la sono cercata
*
C’hai provato pure con Sara
e noi abbiamo dovuto eliminarla
*
M’ha violentata nella morte
per contrastare la figlia e la consorte
*
M’ha gettata nel cassonetto
come oggetto di suo possesso
**
Alice Di Lauro
Eravamo una cosa sola
Una sola cosa ci mancava, il sole.
*
Sono fragile
Amica Mia
da questo Lato dell’eclissi
Scorticata e viva
rigiro le parole di ieri
*
Come magliette al sole
Sei d’accordo con me?
È sconfinato
questo lato dell’eclissi
**
Anna Barutti
Viviamo secondo Natura
Fiere di noi come albe nuove e forti
*
Io che occhi nutro tra il verde
la Vita in mille modi voglio splendere e…
*
Sotto gli occhi muti musica
esplodi senza requie per donne nubili
**
Paola Tosi
Il viso terreo ansimava.
Braccata. Le pareti spesse. Prigioniera.
*
Un fazzoletto sulla bocca
freno i singhiozzi. Il corpo trema nel buio
*
Se avessi gridato, la paura
sarebbe fuggita col grido, ma ero muta
*
Mi accarezzo il petto e il ventre
Mi immergo nella vasca come fosse mare
*
Davanti allo specchio seppi
che sarei rinata e mi pensai lontana
**
Leila Falà
Cacca merda uccidi aiuto me
stronzo amore sempre botte muoio e t’amo addio.
*
Lei dormiva nel letto con lui
lui si svegliava nel letto la notte, la picchiava
*
Scelto per principe azzurro
la faceva blu di notte a forza di botte.
*
Bambina che chiama la polizia e
la mamma diceva “Non farlo, lo amo, non voglio”
*
Cacca merda uccidi aiuto me
stronzo amore sempre botte muoio e t’amo addio
*
“Non voglio che vada in prigione
da grande capirai” le diceva imparerai a sopportare
*
Cacca merda uccidi aiuto me
stronzo amore sempre botte muoio e t’amo addio.
*
poi ragazza picchia il babbo
ora per sempre è libera grande cresciuta
*
diciott’anni e difende la mamma
per sempre è libera cresciuta, se stessa.
*
Cacca merda uccidi aiuto me
stronzo amore sempre botte muoio
e morta t’amo sempre botte addio.
**
Silvia Favaretto
Piante carnivore
Credi ch’io sia una orchidea
Ma questa drosera capensis ti strangolerà
*
Chi é forte?
Ci vorrebbe il sesso forte
Per sopportare la durezza della prigionia
*
Illusione di potere
Adesso mi hai ingabbiato
Ma sono acqua che tra le sbarre evapora
*
Finta sottomissione
Mi vedi come una farfalla
E non sai che é la mia poesia a volar via
*
Il cuore resiste
Mordi la polpa di dattero
Ma c’é un nocciolo duro che tu non romperai
*
Non in vendita
Io sono la distante luna
Che non puoi vendere o comperare coi soldi
*
Magia nera afghana
Fingo di cucire calzini
Cucio invece parole come aghi in te
*
Scrittura salvezza
Sono piccole serpi nere
Questi scarabocchi che mi rendono la vita
**
Carla Eligi
Allegri canti di bambina
spenti di membra vecchie di sposo imposto.
*
Sposo scelto ed imposto
genitori rei mi tolsero le tue labbra.
*
Tumefatti occhi stamane
il rifiuto inesperto di bimba: la colpa.
*
Moglie chiusa in alte mura
più non mi dissetano le tue rosse labbra.
*
Perché ornare mani e piedi
lui ha scelto una nuova giovane sposa.
*
Della nuova sposa sono la serva
la mia dote era la giovanissima età.
*
Al melograno conto i grani
dimmi i giorni in cui finirà la mia pena.
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Laboratorio Spazio Vuoto / M’Editare – Foto MBS (BY-NC)
Proporre di scrivere landays a due classi seconde di un istituto di scuola superiore di Venezia ha costituito una sfida che è stata subito raccolta con entusiasmo da ragazzi quindicennni, maschi e femmine, i quali hanno compreso al volo che si trattava di un’occasione importante per affrontare un tema intenso ed emozionalmente coinvolgente. Con le loro parole hanno creato un legame poetico, una catena invisibile, ma salda, di solidarietà con mondi apparentemente lontani, in realtà mai così prossimi come ai nostri giorni. La violenza, una violenza non solo fisica, ma anche verbale e psicologica, perpetrata nei confronti del femminile da uomini che non sono in grado di ascoltare e di riconoscere la loro Anima in Oriente come in Occidente, è purtroppo una realtà tristemente nota a tutti. Quello che mi ha più colpito nel lavorare insieme a questi ragazzi è stato il modo in cui, con sensibilità ed attenzione, anche giovani maschi in piena fase adolescenziale abbiano risposto all’invito, immedesimandosi in una situazione di disagio e di sofferenza specificamente femminile. Questo rivela che è possibile e-ducare, ovvero guidare fuori da se stessi e dagli schemi, questi ragazzi, che una certa stereotipia maschilista vorrebbe proni e ligi solo ai clichés (calcio, sport competitivo, machismo in generale). Lavorare insieme, maschi e femmine, su temi così significativi, è stata una grande occasione per entrambi di sperimentare un riconoscimento ed un’accoglienza reciproci e mi piace sperare che sia l’inizio di un viaggio verso nuove possibilità comunicative. (Lucia Guidorizzi)
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Classe II F I. T. T “Francesco Algarotti “Venezia
Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso – Barnaba Ziliotto
*
La prigionia che mi lega a questa terra
Non è forte quanto il desiderio di essere libera – Anna Rossi
*
Il mio corpo è rinchiuso in una gabbia
I miei spazi sono ristretti, ma la mia anima vola libera – Ilaria Spirch
*
Non sarà la mancanza di ali ad impedirmi di volare – Irene Vianello
*
Continuo a vedere la luce riflessa
anche se son circondata da specchi-Riccardo Vidal
*
Non sarà l’asfalto ad impedire alla pianta di crescere – Cristian Zennaro
*
Anche se mi avete tolto la vista
Il mio cuore vede ancora – Matilde Tagliapietra
*
Il silenzio è un enorme fracasso tra queste mura
Troppo strette per il volo di una farfalla – Barbara De Rosa
*
Fuori sono distrutta ma dentro
Ho un arcobaleno di pensieri e speranze- Laura Scarpa
*
Quelle sbarre non saranno un problema
Il pensiero va oltre ogni ostacolo – Laura Scarpa
*
Io ti do la libertà,
tu me la togli – Gianmarco Enzo
*
Il cuore aveva dentro quello che la lontananza
Non poteva fermare – Giada Zilio
*
Ogni giorno di pioggia
È seguito dal sole – Nadia Novello
*
La speranza è viva come lo sbocciare di una rosa
In un prato inaridito – Andrea Di Biasio
*
La vera forza non è fisica, ma è invisibile,
è la nostra voce, la nostra parola – Marco Faggian
*
Non sarà la distanza a farci sentir lontan i- Tommaso Maleti
*
La vita è come uno specchio,
sorride se la guardi sorridendo – Thomas Zane
*
Cos’è una lacrima se non un’emozione sciolta – Alice Gabrieli
*
Ogni lacrima versata è un giorno non vissuto
Non saranno queste sbarre ad impedirmi di vivere – Veronica Dei Rossi
*
La lucentezza dei suoi occhi è come la speranza
Di una libertà pura – Elisa Costantini
*
E se per poter parlare poi dovrò morire,
eccomi, ma avrete una lunga attesa – Ambra Dei Rossi
*
Anche se il fiume scorre lento,
prima o poi sfocia nel mare – Daphne Scarpa
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Laboratorio Spazio Vuoto / M’Editare – Foto MBS (BY-NC)
Classe II A I. T. T “Francesco Algarotti “Venezia
Non è il concetto di uomini incapaci di amare,
ma il rispetto che si ha dell’altro – Alyzon Dyane Caguimbal
*
Come il vento libere noi siamo – Martina De Gasperi
*
Nessuna somma di denaro è paragonabile alla libertà – Alessia Morra
*
La vita è il bene più prezioso che possediamo,
ma nessuno la custodisce con cura – Margherita Scarpa
*
Ogni battito del mio cuore
È stato sprecato per te –
*
Questo tunnel non è infinito,
la luce passa ancora, ma è molto fievole –
*
Le donne sono come le rocce, forti e resistenti – Cleo Mion
*
Perché la luce splende sempre,
nonostante nessuno la guardi – Erika Chia
*
L’urlo di una donna si può sentire nelle loro silenziose parole,
nel peso delle loro leggere lacrime, nei loro liberi pensieri – Chiara Marangon
*
Sei come un poeta, solo che tu le poesie
Le scrivi con gli occhi – Aurora Cardin
*
Nessun fiore, tranne la rosa,
è in grado di resistere a tali tempeste – Leonardo Martinuzzi
*
Il peso di questa catena mi lacera i polsi,
ma non l’anima –
*
Non è un semplice fiore, ma molto di più:
rappresenta il cuore –
*
Cammino in questo corridoio buio, incespico sugli spigoli,
ma riuscirò ad aprire la porta –
*
Il muro non è una barriera, ma un ostacolo
Da superare –
*
L’amore che una donna sa dare
È l’infinito che nessuna cosa potrà mai colmare – Greta Basso
*
Questo confine separa l’amore
Dal suono del pianto della dignità ferita –
*
Nessuna porta è abbastanza chiusa,
basta saperne trovare la chiave – Ilenia Pagnin
*
Non saranno le sbarre ad impormi di
Essere libera – Alyssa Scarpa
*
Ogni petalo della rosa appassisce ad ogni tua parola –
Mi hai intrappolato all’interno di una gabbia,
questa gabbia non è isolata,
la mia voce può ancora passare –
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Laboratorio Spazio Vuoto / M’Editare – Foto MBS (BY-NC)
Mi sono arrivati anche i commenti molto interessanti di una delle poete presenti. Eccoli.
Scrivere le Landais all’inizio è stato difficile, alla fine le ho scritte guardandomi dentro e non ho saputo scrivere lamenti ma ho voluto parlare di ciò che mi riesce meglio: il riscatto, la rabbia, il reagire con consapevolezza.
Subito dopo averle lette pubblicamente, e aver ascoltato tutte le altre poetesse leggere ho preso consapevolezza che questa forma poetica non l’abbandonerò facilmente. Le Landais ci legano alla violenza che subiamo tutti i giorni, che non è solamente quella perpetrata dagli uomini verso le donne, e nemmeno quella che tra noi donne ci facciamo, ma c’è una forma di violenza, che a mio avviso è peggiore di tutte le altre: quella che ci facciamo su noi stesse.
Noi occidentali cerchiamo di togliere il burka alle orientali, ma noi il burka lo indossiamo mentalmente, ci auto censuriamo, ci auto degradiamo e ci togliamo i diritti.
C’è all’interno di noi donne una sorta di odio atavico che ci porta a denigrarci a essere le prime a dire “guarda come va in giro, vestita così è logico che viene violentata” E questo mi fa infuriare perché dovremmo poter girare nude per strada e nessuno che ci violenti.
Vorrei andare in qualsiasi ospedale e richiedere la pillola del giorno dopo, chiedere di abortire senza medici obiettori di coscienza.
Per finire qualche sera prima della lettura, in un telefilm c’è stata una scena che mi ha colpita e mi ha fatto dire le Landais sono anche azione. Una donna di colore all’interno di una baracca sente per l’ennesima volta la vicina urlare per la violenza fisica che sta subendo. Prende un mestolo di legno e una pentola, iniziando a battere ritmicamente, aumentando di volume. Esce dalla baracca continuando a battere, a lei si uniscono altre donne, l’uomo a sua volta esce all’esterno, provando ad attaccare la donna che ha dato vita al coro, poi decide di andarsene e la donna esce dalla baracca.
Vorrei che noi donne ci volessimo più bene e cercassimo di difendere i nostri diritti come quelli sanciti all’interno della legge 194.
Sabrina Vian
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Laboratorio Spazio Vuoto / M’Editare – Foto MBS (BY-NC)
.Poi ho ricevuto la lettera di Antonella. Una lettera importante e non solo per me. La ringrazio per questo grande lavoro fatto e per l’amicizia che mi ha dimostrata anche in questa occasione; vivo molto isolata e attraverso le sue parole, gli scritti di tutte e le immagini, ho partecipato, quasi fossi presente…Bello tenere nota dei percorsi, avere il luogo dove ritrovare le parole lette, pensate, dette.
Io so che tutto vola via, che non si può e non si deve trattenere, che ogni cosa che è stata sentita e goduta ci lascia dentro la sua impronta e ce la portiamo con noi ovunque. So e sento che è molto importante ricordare la storia delle cose, farlo con onestà. Così, e lo ripeto, l’idea di utilizzare questo linguaggio poetico delle donne afgane per denunciare in occidente le violenze sulle donne, me la trasmise Marco Ribani, che aprì la sua pagina su FB. Io l’ho diffusa, ho concretizzato incontri di donne, di ragazze e ragazzi nelle scuole. Ne ho parlato e scritto. Cartesensibili da subito ha raccolto testimonianze e landais, Fernanda Ferraresso ha tradotto sayd-bahaudin-majruh-el-suicidio-y-el-canto-poesia-popular-de-las-mujeres-pastunes.
In ogni occasione abbiamo riportato, ricordato.
Poi tutto corre e va via, si allarga, si diffonde, nell’aria, nella rete, nel tempo.
Lettera a Vittoria Ravagli – la gioia
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Cara Vittoria,
è stata una gioia connettersi alla vostra iniziativa. Con i Landais ci hai aperto una strada importante da molti punti di vista. Per le poete, una scoperta: dal verso libero che le più praticavano al gioco della metrica che non è più necessariamente un’architettura complessa come quella di una cattedrale, ma semplice come un sasso su cui sedersi davanti ad una valle aperta. I Landais sono davvero serpentelle guizzanti e si riproducono con una fecondità inaspettata. Dall’iniziale incertezza, molte poete – e qui ora comprendo non solo quelle che lo sono già, ma tutte coloro che lo diventano componendo – hanno risposto con entusiasmo. La natura sacrale della felicità femminile, che è scopo e fondamento del nostro esistere e che sta alla base dell’entusiasmo, è un balsamo alla violenza.
Contro la violenza e per la libertà femminile. Dolore, rabbia, ma anche gioia: i Landais che abbiamo imparato a comporre si prestano ad esprimere tutte le emozioni. Ma se da una parte la gioia è un punto d’arrivo efficace per continuare ad esistere nonostante la violenza quotidiana, che non è solo violenza sessuale, dall’altra quasi ci si vergogna di nominare la gioia di fronte all’intensificarsi in tutto il mondo dello stupro seriale come arma di guerra. Eppure, questa gioia va fatta circolare assieme alla denuncia, perché è il primo bersaglio contro cui i violentatori militari o civili si accaniscono.
Il progetto poetico dei Landais è inoltre assolutamente innovativo perché così facendo la poesia abbandona la deriva formale in cui si è incagliata per acquisire nuovamente il proprio senso condiviso. Il passaggio dal genere tradizionale, anche letterario, della lamentazione alla poesia di denuncia consapevole è importantissimo in quanto opera uno spostamento psichico storico, con effetto dentro di noi e all’esterno. Al di là delle divisioni nazionali e religiose, di età e censo, questa rivoluzione del pensiero ci porta ad agire un’impresa comune globale dalla quale nessuna, a partire da sé, è esclusa. Il che ha anche una forte valenza simbolica: dove passa un serpentello, lì c’è una strada nella quale, sollevata la pietra, ci possiamo inoltrare.
Lo facciamo con la fiaccola di Ecate e scendiamo nel profondo. Avvicinandosi ai landais non vi è stata poeta che non abbia dovuto fare i conti con la propria condiscendenza. Il primo approccio è senz’altro altruistico: finalmente posso fare qualcosa per le povere donne – altre da me – di quell’area sfortunata del pianeta e per tutte le donne – altre da me – oggetto di violenza. Poi la serpentella ti entra nel cuore, attraversa le vene. Cominci a parlare di te. La velocità del distico (due volte, δίς, e schιera, fila, στίχον) facilmente articolabile nelle nove e tredici sillabe canoniche consente di esprimere anche le soluzioni attuate o intraviste che spesso in una lunga composizione si perdono e che la bella scrittura omette per inadeguatezza di metafore sulle novità del vissuto. Qui sta il salto che dalla denuncia porta alla gioia, a risanare lo stato iniziale della lamentazione. Le serpentelle uroboro si rigenerano, la gioia torna a circolare e si diffonde. A questo allude la spirale che abbiamo realizzato prima e durante la lettura veneziana.
Questo è quanto mi vien da dire sulla strada che hai aperto. Vi è un altro aspetto che ho tenuto in considerazione per l’incontro veneziano sui Landais: quello della tutela della titolarità dell’iniziativa, il cui riconoscimento è sempre doveroso e dovrebbe essere, nell’ambito della politica delle donne, un passaggio acquisito da tempo. Il rimandare a te e correggere le distorsioni ogni volta che poteva essere trascurata od omessa la matrice dell’iniziativa non è stato un atto di generosità o di sottomissione, ma un esercizio per sancire in modo conclamato la necessità di un maggior rispetto dell’ideazione e della conduzione femminile. Ne convengo, è un problema che riguarda soltanto le creative, spesso utilizzate come serbatoio di idee, come alberi da frutto da tagliare fino alla radice per riscaldare altri humus.
La dea albero che è in noi è certamente misconosciuta a livello biblico così come nella cognomistica patriarcale. Per quanto riguarda le maternità intellettuali, dobbiamo ancora affrancarci dagli spodestamenti con cui vengono indebolite le iniziative che promuoviamo. La pratica di spodestamento facilita lo sfruttamento nominale di temi d’importanza reale: ad esempio nell’uso preelettorale, come a volte fanno i partiti, mutuando gli escamotage della pratica pubblicitaria, figlia della competizione commerciale a sua volta talora fondata sullo spionaggio industriale. Ma se anche fosse un problema che riguarda solo le creative, diventa un problema comune una volta che ciascuna donna riuscirà a vedere in sé la creatrice. Questo io pongo sotto il nome di ri/conoscenza, in primo luogo di se stesse.
Nello specifico, il rispetto dell’origine ha reso concreta, pur da distante, la tua presenza contribuendo tra l’altro ad arginare le risacche di forte rimosso che ci investono quando andiamo ad affrontare temi difficili come la nigredo della violenza sulle donne. L’ esistenza di una madre simbolica ha confortato gli sforzi. Il ritorno a te dei Landais pervenuti consente di sciacquare quei residui di dolore che restano tra le righe. Lo farai in quella fonte di comunicazione che è il sito di Carte Sensibili.
Dopo l’evento, con le stoffe viola della spirale, mentre riflettevo insonne sulla bellezza dei materiali raccolti e su qualche inevitabile dissonanza, ho rivestito nottetempo uno dei pozzi di Venezia e meditato a lungo, fin quasi a mattina, sulla spirale e sul resto. Ho quindi ripulito la coppella del pozzo, che da abbeveratoio per gli animali selvatici era diventata portacenere di acqua marcia, e cambiato l’acqua. D’ora in poi ne sarò la custode. Quante cose nuove e antiche muovono questi Landais!
Buon lavoro, Vittoria.
Antonella Barina– Venezia, 30 marzo 2014
.http://www.autoeditoria.it/2014/Landais/landais.html.
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Laboratorio Spazio Vuoto / M’Editare – Foto MBS (BY-NC)
RIFERIMENTI ALL’EVENTO: https://cartesensibili.wordpress.com/2014/03/23/i-landais-a-venezia-scoletta-dei-calegheri/
ho letto tutto, prima di corsa poi sono tornata a guardare ogni volto oltre la parola
le parole sono veicolo di rabbia, dolore ma anche gioia e sono la nostra mano, aperta al viaggio da fare insieme
una bellissima impaginazione per questo percorso ricco e variegato