Fa freddo e Mac è riluttante, lascia a me l’avanguardia. Ho portato il telescopio in giardino.
E’ il 28 dicembre del 1999 e ho appena conosciuto Saturno.
Ci sono le Pleiadi, fuori, le stesse del cielo di Saffo, della sua notte di solitudine, della mia interrogazione in storia della letteratura greca, in prima liceo, vent’anni indietro, con il Professor Magnino.
In kilt rosso e verde a declamare a memoria il frammento di Saffo, colma di notte vuota di luce.
“E’ sparita la luna,/ le Pleiadi. Notte/ alta./ L’ora del tempo varca./ Io dormo/ sola”.
Perché ci riconobbi me e i miei giorni di adolescente e il mio tempo, piccolo, come mi sembrava, che diventava eterno nelle parole di una donna.
Perché è bello ciò che si ama, è il cuore a scegliere la verità. Ventisei secoli – una manciata di frammenti – dalla sua rivoluzione dell’etica.
Chi scrive poesia ti mette addosso un’anima nuova.
Chi lo fa con la voce di donna disarticola il quotidiano delle cose, ritaglia il mistico dall’abiezione.
Per l’urgenza di mettere al mondo ciò che il mondo vuole tenere nascosto.
“… bisogna lasciarla essere/ scriverla con le unghie/o senza mani/con inchiostro/o senza carta/sulle pareti/in auto … “ (“Dove duole il tempo”, Maria Guerra).
In queste pagine c’è la voce di tante donne, diverse per tempo, spazio, che hanno detto e dicono in poesia.
Sono appassionate istanze, nostalgie, grida d’angoscia, illuminazioni.
Sono donne che hanno fatto di sé testimonianza perché nulla vada perduto.
Maria Paola Langerano
.
L’ha ribloggato su La lepre e il cerchio.
Si, appassionate. La poesia, l’Arte tutta è passione e patrimonio. Grazie Fernanda.
l’arte delle donne: uno sguardo diverso sul mondo