TEMPIQUIETI-Vittoria Ravagli e ” Siamo nati in casa ” di Elena Zaccherini.

flor garduño

Anémone, Suiza, 2007

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Ascoltatemi tutte, ferme un attimo, guardiamoci negli occhi...

Cari Elia e Francesco Sole,
queste pagine raccontano
di come ci siamo aiutati a nascere, io e voi.

Ho pensato tante volte a come iniziarle,
perché mi giravano dentro come una formichina,
ma non riuscivano a trovare l’uscita.

Ora non so perché; è il momento, e sono nate.
Come ogni bambino.
E.Z.

Questo è un libro emozionante. Alcune parti le ho lette e rilette e lentamente le ho sentite mie, profondamente.
Lo dovrebbero leggere tutte le donne, giovani o meno, con il desiderio di diventare madri o con la scelta fatta di non volerlo essere. Sarà un libro doloroso per chi non può, eppure lo vorrebbe, diventare madre. Importante per chi ricorda quei momenti, come li ha vissuti, cosa forse avrebbe potuto cogliere di ben altro se la scelta di come partorire fosse stata diversa.
Elena ha scritto agli amici italiani, dopo il primo incontro per presentare il suo libro, che si è tenuto a DaKar, dove vive e lavora. Ecco alcune righe “..Si è creata un empatia fortissima; una partecipazione intensa. ..Dopo poco molti occhi erano pieni di lacrime; molte donne hanno parlato profondamente. Abbiamo riso forte tutte assieme; c’è chi si è fatto un bel piantone.
Si è passati dal mondano al profondo, e poi alla liberazione del riso, e di nuovo al profondo, come con una ventata forte che ha rapito tutte.
E’ stato un incontro che mi ha veramente sbaragliato il cuore.

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flor garduño

Flor Garduño_la columna

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 Alla fine hanno chiesto di rivederci, fra un mese, per continuare.
era buio, era freddo, ma nessuna voleva lasciare. Tante hanno ringraziato.
Prima di lasciarci un’amica ha detto che per lei era stato speciale, ed ha annunciato di aspettare un bambino. Molte sono venute a parlare dopo. Un anziana signora ha detto: ” …sono così felice di essere qui. In pochi minuti questo libro ha aperto un canale emotivo in cui nuotare assieme pur nelle differenze  e ha nutrito un pensiero su cui discutere. Tutto mi è arrivato fortissimo…”
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Le donne in un tempo antico (come ci ha lasciato scritto Marija Gimbutas) erano le depositarie del sacro; il corpo stesso – dalle forme molto pronunciate – così come veniva rappresentato nelle tante statuette ritrovate, richiamava la loro potenza generatrice. Nei secoli e sempre più sono state ingabbiate e – in questa nostra strana civiltà – ridotte a vivere uno dei momenti più esaltanti della propria vita, prigioniere della paura, educate ad essere prive della consapevolezza di sé, della propria forza fisica e psicologica. A partorire come ammalate in ospedale, seguendo regole e posizioni contro natura, molto evidentemente decise da uomini.

Nel parto nasce un essere e rinasce la donna. Da figlia diventa madre, un anello nuovo della catena. Quel passaggio è fondamentale.

Scrive tra l’altro Maria Rosa Cutrufelli: “…C’è un silenzio delle donne rispetto alle nuove forme di sofferenza prodotte dalle pratiche mediche. Un silenzio che va infranto se vogliamo che la società avanzi al ritmo della sua umanità e non solo delle sue scoperte scientifiche….E’ necessario parlare, perché la parola aiuta a riprendere la relazione…”

Riporto alcuni passaggi dello scritto di Elena: “..Se c’é un messaggio dietro queste pagine…è quello di voler testimoniare che è prezioso fermarsi, riflettere, e scegliere. Darsi questa possibilità. Per noi questo “in casa” ha offerto spazio e riempito di senso il verbo “nascere”; gli ha offerto tutta l’eco e i profumi che sentivamo di non dover perdere...”
“...Descrivo un processo, inaspettato, che si è innescato nel momento in cui sono nati i miei bimbi, o, ancora meglio, descrivo l’innesco di quel processo, il “big bang”. L’istante in cui il mago dice: “Voilà”, alza il fazzoletto, e sotto appare – incredula, stupefatta, ma vera – la colomba.”
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E noi, che leggiamo, seguiamo momento per momento la nascita di Elia, “sentiamo” insieme ad Elena, “vediamo” muoversi Aldo, con delicatezza e le donne che con Elena partecipano al parto: Paola, molto più di un’ostetrica ed Annalisa: le donne/amiche, quasi sorelle.
“..In quel momento allora, in quel momento in cui mi trovavo così: tutta e assoluta, con l’ineluttabilità di una spaventosa caduta nel vuoto, ho spinto, l’ho fatto: ho scavalcato il muro. Senza poter più tornare, mai più, ho spinto, via per sempre, questo è e questo sarà…e l’ho sentito uscire…”

Poi lentamente lo stacco da Elia, faticoso, difficile: “…Uscivo dall’uovo. Rientravo nel mondo”…
Tutto descritto e rivissuto, perfettamente.

Importante la parte che riguarda il dopo parto, l’isolamento pericoloso in cui si trova la donna se non ha intorno a sé altre donne, persone con cui condividere il suo nuovo stato, in un periodo della vita di passaggio, in cui è facile sentirsi come svuotate ed impaurite. Prima di potere rientrare nella “normalità”.

Scrive tra l’altro Paola Chini, nella sua postfazione: “..il complicarsi di ogni aspetto della nostra esistenza per cui ad ogni esperienza corrisponde necessariamente uno specialista a cui affidarsi che sa cosa è meglio per noi; l’abitudine alla delega che nasce, dal momento che con queste premesse ci è sempre più difficile assumerci responsabilità in prima persona…”
“Molte non hanno mai avuto a che fare con un neonato, e vivono l’arrivo del bambino più con la preoccupazione di cosa toglierà loro in termini di spazio e abitudini, che non come arricchimento umano ed affettivo.” “..Il sapere dell’ostetrica è un’arte maieutica: in gravidanza, nel parto, e dopo, col bambino. La maieutica è un metodo dialettico della filosofia classica, ma la radice della parola “maieutica” deriva dal greco antico, maieutiké (sottinteso: téchne) e significa: “arte della levatrice (o “dell’ostetricia”).”
Ed io ne so qualcosa perché circa cinquanta anni fa il mio unico parto fu “salvato” da un’ostetrica, amica di mia madre, ed anche dopo fu lei ad affiancarmi nel mio timore di rapportarmi a quel piccolissimo nato, Sandro, di soli otto mesi. Lei, in quel periodo, mi aggiustò la vita.

Ci sono delle cose
che hanno bisogno della nostra energia
e voglia di lottare;

altre che dovremmo solo sentire, come dei profumi.
Da non perdere.
E.Z.

 

 Vittoria Ravagli

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Elena Zaccherini – Siamo nati in casa – Parto naturale ed energia femminile- Stampa Alternativa – I libri di Gaia – gennaio 2014
Introduzione di Maria Rosa Cutrufelli – Postfazione di Paola Chini (ostetrica)

http://www.siamonatincasa.com/

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Oggi 30 marzo 2014 presentazione alle ore 17 .00
presso ASIA – Associazione Spazio Interiore Ambiente
Via Riva di Reno 124, Bologna
www.asia.it

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Martedì 8 Aprile 2014 – ore 18.00
presso Libreria Libri e Musica,
Via Roma, 8, Mantova

ed altre a seguire che saranno indicate su siamonatincasa

 

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