ekaterina chausheva
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LA GUERRA
Sotto terra. Sulla terra. Gironzolante. Con un corpo senza spine.
Senza cuore né cervello. Nel fango e nel letame. Strano essere.
Piacere di vivere nell’oscurità. Nel buio, lontano dal sole. Carne
senza osso. Pure spezzato vive. Animale sfruttatore. Dalla
pancia brutta. Dalla pancia insaziabile.
Distrugge e spezza gli alberi e le radici, dei bei fiori. Facendoli
appassire e così, pian piano, toglie loro la vita. Si nasconde nel
velo di cemento, che nessun vento o alluvione può spostare. Il
suo scudo: costituzione di strani geni schiaccianti.Si spande in
tutte le direzioni. Dove mette i suoi semi, regala solo ferro e
fuoco. Espandersi non gli basta mai. Più mangia, più ha fame.
Perciò, ha bisogna di più di spazzi. Allora da sottoterra, di
nascosto, nascosto dallo sguardo degli altri, si spande. Sotto il
suo falso scudo si nasconde. Va a rosicchiare le radici:
le radici che danno
l’aria
per i polmoni
la bellezza
per gli occhi
il covo
per gli uccelli
l’ombra
per riposarci
la frutta
per mangiare
il grano
per il pane
i fiori
per i nostri sguardi…
Fulmini qua e là
Fulmini che strappano un corpo
Tuoni qua e là
Tuoni che forano carne e ossa
Pioggia non di neve o acqua
Pioggia di piombo e dinamite
La rabbia inutile degli dei della morte
Felici per il sangue che scorre
Felici di atterrare le case e i nidi
Vermi sanguisuga
Attaccati alla pelle e sulle ali delle farfalle
Atterrandole nel fango
Lontano dal nettare dei fiori
Crepuscolo grigio
Dalla polvere che si alza nel vento
Portando con sé la cenere
Sentire il grido del dolore
Non uno o due o tre…
Grida che si confondono tra altre grida
Anche l’angelo azzurro non sente
Dorme come sempre
Anzi è nato dormendo
Giovane dietro le sabbie e le pietre
Dietro i futuri rottami
Anche la natura diventa grigia
Inghiottendo tanti corpi
Regalati dal piombo
Piccoli vermiciattoli che comandano
Con la pancia ingrandita
E a loro volta
Vengono comandati
Dai vermi sdraiati
Dietro le poltrone dei contamorti
Con la pancia piena di fieno rosso
Le zanzare che prendono ordini
Tra le bombe e le tombe
Per poi mandare un postino
Il messaggero della morte
Alla madre e al padre
Con gli occhi verso il cielo
Il postino non gradito
Porta le lacrime
E il cuore bucato di un messaggio
Le colombe ingabbiate da uno sciacallo
Divenute di color grigio
Ancora il messaggero non gradito
Ci sono degli occhi verso la porta
La cena è pronta
Può essere servita
All’uomo della sua convivenza
Il messaggero sempre non gradito
Con il vestito di lutto
Porta un corpo in una busta
La cena non va servita più
Figli con la mano sullo stomaco
Così piccoli che sentono solo
Il rumore della pancia
Fulmini e tuoni per loro
Sono fuochi artificiali
E’ presto per concepire un altro mondo.
Allora:
Che siano maledetti il fuoco e il ferro
Potendo camminare dall’altra parte
Distruggere il sanguisuga
Vermiciattoli e verme.
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gottfried helnwein
IL VENTO DI GUERRA
Un nuovo vento grigio-rosso
Sta arrivando
E da lontano porta con sé
Nuove polveri.
Non sono polline dei bei fiori
Per la natura
Sono le polveri che non odorano
Ma puzzano.
Non sono polline che portano colore
Ma le rovine
Non polline che è produzione
Ma distruzione.
Con ansia e battito nel nostro cuore
Giorno e notte
Sta galoppando.
Galoppa con ferro e polvere ardenti
Che bruciano il corpo
Che bruciano l’anima.
E galoppando porta in sella
La rabbia selvaggia
La rabbia che morde.
Porta con sé messaggi tristi
Di ferro e di fuoco
Di sangue e di morte.
Non cavalca sul cavallo bianco
Ma sul cavallo di ferro
Che mangia fieno rosso.
Non sono stati invitati da nessuno
Perché galoppano male
E rovinano la natura.
Non sono graditi neppure dalla natura
Rovinano l’aria
Distruggono le case.
Le madri e i padri sono in ansia:
I figli vivono?
I figli tornano?
RAMIN