ken roko
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Sembra che oggi scrivere una poesia sulla primavera equivalga a servire il capitalismo. Io non sono un poeta, ma se fosse bella saprei godere di un’opera simile senza riserve. Si serve l’uomo nella sua totalità o non lo si serve per nulla. E se l’uomo ha bisogno di pane e giustizia e se si deve fare quanto occorre per soddisfare questo bisogno, egli ha anche bisogno della bellezza pura, che è il pane del suo cuore. Il resto non è serio.
Albert Camus
è tanto vero, questo scritto, ma temo questo tempo di povertà dove si contano solo i soldi, le cose, le case, mentre la bellezza, tutto ciò che non si mangia, diventa superfluo: libri, arte, poesia… così non saremo poveri, solo miserabili. senza possibilità di riscatto.
La poesia fa a botte con il capitalismo. Non ama le cose fredde. Quelle dall”unico scopo di riempirsi la mente di ozio e il cuore di indifferenza nei confronti del prossimo. Senza badare a spese.