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Il declino delle librerie italiane, quelle slegate dai grandi nomi in franchising spesso presenti negli immensi, noiosissimi ed impersonali centri commerciali, è un segnale di cattivo futuro. Chiudono le librerie storiche. Quelle nuove. Quelle di genere. Tutte specializzate a fare il lavoro della libreria, dove il libraio suggerisce non solo il testo che davvero serve ma ha un valore aggiunto come “archivio vivente” della cultura territoriale, poiché nelle sale congiunte alla libreria (piccole, grandi, affrescate o lasciate grezze di muro) si sono svolte presentazioni e incontri culturali, a volte si sono formati anche gruppi di lettura che il giovedì o il venerdì hanno sezionato l’emozionabilità di un libro o di un autore per interi inverni. Un patrimonio informativo non delegabile alla laicità della piattaforma di vendita elettronica. Piena di ogni ben di libro senza dubbio, ma senza alcun riferimento all’individuazione del “proprio” libro. A chi interessa avere il proprio libro? Raffaele La Capria, classe 1922, in questi giorni ha tuonato contro l’alieno della letteratura, il non-scrittore che occupa lo spazio del letterato, dal calciatore al cuoco televisivo al radiofonico filosofo dell’ovvio e via dicendo. Viene da pensare che la difesa contro l’assedio del nulla alieno può arrivare solo dalla libreria e dal libraio. Perso questo valore , il libro diviene oggetto da bottega e da calcolo di profitto commerciale non qualificato, tanto al pezzo, tanti pezzi tanti libri, meglio ancora se in trilogia o in serie. Ciò che si vende come valore consumistico, il libro cyborg, automatico, da leggere “nel minor tempo possibile” e che si possa raccontare prima che diventi film o che passi di moda. Libro oggetto di svendita tanto da preoccupare anche le case editrici minori non per portata culturale ma perché fuori dalla cordata del monomarchio nel centro commerciale o nelle strade dello shopping “very cool” . La casa editrice Neri Pozza diffonde un comunicato che mette in gioco presente e futuro: “Nei primi otto mesi del 2013 il mercato del libro in Italia, dove la legge Levi prevede uno sconto del 25%, registra un ulteriore peggioramento del 5,4% nei canali trade (librerie, online, grande distribuzione) rispetto allo stesso periodo del 2012. Questo significa che in due anni il fatturato è calato del 14% (13,6% per la precisione). Il giro d’affari, a prezzo di copertina, si attesta ora sui 2,86 miliardi di euro. Questi dati catastrofici non allarmano nessuno in Italia. Le autorità politiche raccomandano, anzi, una completa liberalizzazione dei prezzi. Il decreto Salva Italia prevede, com’è noto, l’abrogazione di ogni restrizione disposta dalle norme vigenti alla “imposizione di prezzi minimi o commissione per la fornitura di beni o servizi”. Dati matematici, fatturati e bilanci forse riscattabili ancora, se si sposterà l’attenzione sul libro non come oggetto di vendita in astrazione ma l’esatto opposto. Il secondo libro di La Capria, ancora per fermare un esempio, Ferito a morte, è venduto da cinquant’anni, mentre la trilogia della cenerentola travestita da masochista credo sia (finalmente) passato di moda. La moda e le classifiche sono sempre più generalizzati su indicizzazioni mediocri e spersonali. Se così non fosse, ci sarebbe una grave responsabilità nell’inavveduto posizionamento di un libro di Fabio Volo nello scaffale della filosofia, qualche anno fa nella libreria Feltrinelli di Modena. Laddove “Saggio sulla visione degli spiriti” di Schopenhauer in versione integrale appena qualche millimetro più in là, costava circa quattro euro mentre il librino di Volo più di quindici. Eccolo Il libro alieno che ha grippato il motore della filosofia, La Capria ha ragione da vendere, ma se il librario viene sostituito dal commesso di libreria, sotto contratto di commercio privato, queste sgualciture vengono presto spiegate e pesano non poco sul declino della lettura. La letteratura, le lettere e la loro lettura pubblica. La Capria, ma anche Umberto Eco e pure Fernanda Pivano erano habitué della Saletta Rossa di Guida a Napoli, e si usa l’imperfetto per poco, tra pochissimo tempo sarà passato remoto: Guida chiude e generazioni di lettori e letture si deterioreranno come i resti organici di un grande dinosauro. Guida chiude per insolvenza con l’istituto bancario cittadino, Banco di Napoli targato San Paolo di Torino, dopo aver visto svalutare il proprio capitale immobiliare. Una nuova croce sulla toponomastica nazionale. La Libreria di Porta Romana, dall’altra parte del Paese, Milano, ha insolvenze che la strozzano e chiuderà. A Reggio Emilia, la piccola Infoshop, dalla saletta sempre addobbata con fotografie di paesaggi e di artisti locali e dai banconi pieni di libri di poesia e di impegno sociale, si fonderà con un circolo culturale e farà forse altro. Anche le librerie di genere sono cadute. A Roma sono anni che la Libreria delle Donne non esiste più. I testi sacri del femminismo o della letteratura d’impegno civile ed etico al femminile resistono , trasformati (laddove non inglobati ed edulcorati dalle grandi case editrici) o puri nelle librerie delle donne a Bologna e Milano. Ancora nella capitale, la libreria Odradek che ha come scelta di campo l’essere (stata) “indipendente a impatto sostenibili” ha raccolto la solidarietà di un gruppo di poeti che hanno creato un evento “Un suono simile al fruscio di foglie” per testimoniare la loro contrarietà alla chiusura. Tra i poeti Gabriella Gianfelice, della Casa delle donne di Roma, Francesco De Girolamo e Monica Martinelli, tre generazioni contro lo scompaginare indifferente del declino. Ma i poeti, i narratori, i filosofi non fanno testo perché i libri non solo li scrivono ma li acquistano anche, perché hanno l’abitudine a leggere. Un’isola di lettori staccata nell’arcipelago dei lettori indifferenti o peggio, degli analfabeti di ritorno che ci siano o no le librerie con il libraio preparato e competente non fanno difetto ad interessarsene,e così la povertà della lettura è ormai alle porte. Si risparmiasse però la litania della crisi e dei pochi soldi da investire nell’acquisto dei libri, perché il proliferare dei rotocalchi scandalistici in edicola a due euro stride con questa sovrastruttura imposta dalla cattiva coscienza del non lettore. I rotocalchi patinati si vendono eccome, e chi li compra non sceglie un solo titolo ma due se non tre, che alla settimana fanno sei, sette euro, lo stesso prezzo di un buon libro in edizione economica. Eccolo un altro segnale di cattivo futuro.
Meth Sambiase
benvenuta nella casa sensibile Meth
offri una analisi asciutta di ciò che ogni lettore dovrebbe guardare o meglio è chiamato a guardare
i segnali di disinteresse, spesso mascherato con il motivo della crisi, fanno pensare in un futuro di pochi contenuti ma occorre segnare il passo e consegnare una giusta “resistenza”
E’ un’analisi corretta questa di Meth; non credo sia la crisi il vero problema bensì i tempi mutati troppo velocemente che hanno disintegrato la cultura in nome di una corsa insensata verso non si sa bene cosa, corsa che impedisce l’ascolto, i rapporti interpersonali, l’avvicinamento alle forme di comunicazione più tradizionali. E tutto questo sullo sfondo di una rivoluzione digitale-multimediale fittizia (condotta male e senza punti di riferimento). E’ senz’altro un momento storico carico di sfiducia e disorientamento che colpisce tutti gli ambiti sociali. Il valore che si tende a dare alla cultura non è altro che specchio di questo malessere diffuso. Come in tutti i momenti confusi però, non mancano le contraddizioni. Leggevo proprio stamattina infatti che il programma Europa Creativa è stato approvato in Commissione Istruzione e Cultura al Parlamento europeo ed entrerà in vigore nel prossimo 2014-2020; a suo modo rivoluzionerà l’impianto culturale europeo con sovvenzioni pari a 1,5 miliardi di euro per finanziare un progetto complesso ma che potrebbe fornire l’impulso di cui l’industria culturale ha bisogno. Che dire? Speriamo in una ripresa e in una maggiore coscienza da parte di tutti.
Personalmente non credo in percorsi creativi nati dal nulla.Serve memoria, serve uno studio più approfondito di quanto è memoria senza trascurare dettatgli finora creduti inutili o scontati. Serve ascolto alla Terra, non è possibile credere che tutto possa continuare adottando una chiave diversa dall’altra per aprire solo le porte del baratro in cui già stiamo sospesi senza nemmeno vederlo. Credo che i libri e i luoghi deputati alla raccolta della memoria cartacea dovrebbero essere salvaguardati alla pari del prorpio dna, cosa che invece non vedo affatto…e gli hanno già bruciati i libri, non troppi anni fa. ferni
Ringrazio tutte per i vostri non commenti ma contributi alla discussione. I semi si piantano ora altrimenti il futuro è una terra di siccità e carestia.
Ringrazio separatamente Elina anche per il suo benvenuto. Venire ad abitare fra le Carte è un supplemento di gioia al piacere che provo a viverle da lettrice.
Grazie a tutte.
Ringrazio molto Meth Sambiase per questo articolo così chiaro e condivisibile che riflette lo stato di crisi culturale (e conseguentemente del mercato del libro) che attraversa il nostro paese attualmente, mentre siamo a conoscenza che in altri paesi europei i libri si leggono almeno tre volte di più di quanto vengano letti in Italia, e questo vale sia e soprattutto per i giovani che per le persone più adulte. Sono d’accordo anche io che non dipende solo dalla crisi economica, ma da fattori ad ampio spettro, tra cui anche la mancanza di sensibilità e l’essere invece risucchiati dalla frenesia e dall’accelerezione consumistica.
Grazie a Meth per aver menzionato l’iniziativa che con diversi poeti romani abbiamo intrapreso per manifestare il nostro dissenso alla possibile chiusura della storica libreria indipendente Odradek, che da molti anni ha sempre ospitato e rappresentato eventi culturali e letterari. Speriamo di poter replicare altre iniziative analoghe prossimamente, anche perchè molte librerie indipendenti sono a rischio di chiusura in tutta Italia.
Un ringraziamento anche a Cartesensibili.
Saluti
Monica Martinelli
Grazie a te Monica. Che metti il cuore nelle cose ed anche voce e faccia e talento per cambiare lo stato “piatto” ed indifferente delle cose (che declinano). Grazie di cuore.