A proposito di ARD INNISSAA’ (Terra di donne) – Giovanna Nigi

michail lukasiewicz

Michail Lukasiewicz   (3)

La terra segreta delle donne

“Vedi”, mi dice Jean Chamoun dopo una proiezione del suo film “Terra di donne”a Beiruth: il tratto che caratterizza i film di mia moglie è la poesia della vita quotidiana, l’ingenuità, la tenerezza, l’amore, la capacità dei bambini e delle donne palestinesi di sopravvivere in mezzo alle mostruosità della guerra e alla vita degradata dei campi profughi senza perdere nulla della propria bellezza interiore; il mio tratto invece è quello dell’ironia, della capacità di ridere e di trovare il lato comico di situazioni drammatiche e al limite della disperazione. Mai Masri e io riteniamo che la guerra mostri il peggio e il meglio delle persone, ma per portare alla luce tutto questo è necessario, per noi, sviluppare legami fortissimi con gli interpreti, una fiducia e una complicità senza la quale non ci sarebbe possibile aiutarli ad aprirsi e superare le inibizioni davanti alla macchina da presa. E’ più che fare un film, è soffrire e trascendere la sofferenza insieme ai nostri protagonisti.”
Difficile immaginare come sarebbe stato possibile altrimenti avvicinarsi a Kifah Afifi, una rifugiata Palestinese di Shatila , sopravvissuta al massacro del campo e alla prigionia del famigerato carcere di Khiam, nel Sud del Libano, dove erano rinchiusi i prigionieri politici durante l’invasione di Israele. Difficile spingerla ad aprirsi per raccontare le sue esperienze di tortura e brutalità facendola tornare nel carcere, impossibile arrivare a farla ridere insieme alle altre donne con cui era stata rinchiusa in una delle scene più sconvolgenti del film, dove al posto del dolore e del rancore affiora, libero e puro, assoluto, il riso, nel ricordo dei mille stratagemmi messi in opera per sopravvivere laddove non era permesso niente, né parlare né ridere, né leggere né scrivere. E’ la leggerezza che finalmente libera le emozioni, che permette alla protagonista di superare nel ricordo gli orrori, le torture e la solitudine, e se i fantasmi dell’odio torneranno mai a visitarla, saprà che d’ora in poi avrà un’arma in più per sconfiggerli e rimetterli al loro posto, grazie anche a un film che è catarsi e gruppo di analisi. E a un regista come Jean Chamoun, che con la sua umanità ha saputo rendere le scarnificazioni dell’animo che sempre esperienze ai limiti come queste portano con sé, trasfigurandole nel modo più sconvolgente, come sa chi non intende perdere la propria tenerezza anche nei momenti più bui, perché è quello il segreto della salvezza, in un’umanità che non si intende rinnegare, mai.
Il film riporta anche le esperienze della nota poetessa Palestinese Fadwa Toukan e della carismatica pioniera Sameeha Khalil, due delle donne che hanno fatto la storia della Palestina al femminile. Attraverso le loro storie straordinarie, Chamoun mette a fuoco la vita di tutte le donne che hanno infranto le barriere, letterali e metaforiche, che la società, la storia, e la politica hanno costruito per loro, comunicando al mondo che esiste un modo di non cedere all’odio e alla vendetta, e che è l’unico in grado di costruire un autentico cammino di libertà.

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Riferimenti in rete per vedere il film:

http://www.libreriadelledonne.it/il-film-ard-innissaa-terra-di-donne/

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=1891

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