Così nei testi di INTANTO IL TEMPO, di Mia Lecomte, si va per portare alla luce ciò che sta dentro, sotto, una terra che non permette, senza scavo, di vedere il senso, di vedere tutto, dell’intero o del dettaglio. La parola è un mise en abyme, un labirintico gioco di luci e riflessi di enjambements in cui il mondo ci galoppa dentro attraverso gli oggetti, at-tra-versando in noi una via materica e viva in cui possiamo sfiorare il senso nascosto del reale e, contemporaneamente, l’estraneità a cui siamo sottoposti risultando noi non soggetti ma il prodotto di un continuo consumo, i consumati, coloro che la vita supera in un salto lunghissimo, lungo le cose di cui sembra comporsi, in un archeologico parco di cui siamo gli oggetti de-calco-mania e giocattolo.
doll’s house
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Da INTANTO IL TEMPO, di Mia Lecomte
Casa di bambola
Sezione della casa.
Frontale.mezza in ombra.
Il terzo piano è soffitta.
Rotola una palla,costante, e la polvere è viola.
Il secondo piano si flette.
Tutti i passi dei figli, a migliaia. dei gatto.
Si flette.
Al primo piano comincia il dolore.
lei è tutta sul letto, decomposta.
Lui la aspetta nella vasca da bagno.Al piano terra è cominciato da giorni.
Lei ora è in cucina. Ha già pianto e si affretta.
Lui l’ha seguita con le sue lenti tabacco.
Fuori un groviglio di spade. Il prato col box.
C’era il nome.
la sezione non mostra le scale.
Si passa da dietro, tra i piani.
I figli lo sanno tutti in fila.
In salotto lei ha perso l’età.
Lui la ragione.
Scricchiola un osso qualunque, un molare.
la polvere si è fatta celeste e riflette.
Non si aspettano strade.
qua e là dal fiume
il lupo la pecora il cavlo
tra due sponde
per salvare la specie
nemiche fosse solo per famevoga voga
lascia l’uno
voga voga
riporta quell’altra
voga vogaa ogni sbarco
l’utopia di un sistema
per contingenze
condannate dal genere
non si arrendono
specialmente la nottecon la logica per cui Caterina aveva voluto
gatti a guardia dell’Hermitageche hanno un’anima frusta i calzini
spaiati non trovano pace
azzoppano metempsicosi
una vita lunare e l’altra
ad ammorbidirsi per nienteinsaguinare stretto il giustacuorebambino moldavo e cinese
grati al linguaggio cifrato
del matematico del rinascimentodi sillabare il tuo jodel
lasciato alle difficoltà
il cucchiaio nella minestra di legnola puntina coesa al vinile
qualcosa di impreciso che si ammala.

*
perché si è figlia e moglie
gli uomini che mi competono
se l’uno è passibile di morte l’altro
mi sputa nell’angolo tra due pagine
ruga dopo ruga
mi ricorda l’uno ma lo pettinavo
ero una voce in ascolto traducevo
mi appartiene l’altro come la pulce
al cane sbagliato cerca affanno va
sputando sul resto che batsa di me
corpo a corpo che l’uno ha
lasciato sperduto indeciso per
l’altro che ha bisogno di offendere
persino con lo sguardo gentile
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Relativamente all’autrice-
Mia Lecomte è nata nel 1966 e attualmente vive a Roma. Poeta, autrice per l’infanzia e di teatro, tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: le raccolte poetiche Litania del perduto/Litany of the lost (edizioni Canopo 2002, testo bilingue italiano/inglese, con le incisioni dell’artista canadese Erica Shuttleworth), Autobiografie non vissute (Manni 2004) e Terra di risulta (La Vita Felice 2009), e i libri per bambini Come un pesce nel diluvio (Sinnos 2008) e L’Altracittà (Sinnos 2010, segnalazione di merito Premio Fondazione C. R. di Cento 2010). È in corso di pubblicazione presso l’editore canadese Guernica Editions la sua raccolta antologica For the Maintenance of Landscape. Membro onorario per l’Italia, con Milo De Angelis e Gabriela Fantato, dell’Associazione francese “Confluences poétiques”, le sue poesie sono state pubblicate all’estero e in Italia in riviste e raccolte antologiche tra cui Confluences poétiques (n.2 – n.3, Mercure de France 2007-2008) e Italian poets in translation (John Cabot – Un.of Delaware 2008). È ideatrice e membro della Compagnia Internazionale delle poete, un gruppo teatrale composto da poete straniere e italo straniere, che mette in scena spettacoli incentrati sulla contaminazione poetica di lingue/culture e linguaggi artistici diversi (http://www.compagniadellapoete.com/). Traduttrice dal francese, è curatrice tra le altre della raccolta poetica La casa del respiro del poeta cileno francofono Luis Mizon (La Vita Felice 2008). Svolge attività critica ed editoriale nell’ambito della comparatistica, e in particolare della letteratura della migrazione: è curatrice dell’antologia Ai confini dei verso. Poesia della migrazione in italiano (Le Lettere 2006) e con Luigi Bonaffini di A New Map: The Poetry of Migrant Writers in Italy (Legas 2011), e tiene numerose conferenze sull’argomento in Italia e all’estero. È redattrice del semestrale di poesia comparata «Semicerchio» e di alcune riviste letterarie online. Collabora all’edizione italiana de «Le Monde Diplomatique».
