Dentro l’alveare di Iole Toini

abe gerlsma

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Abe Gerlsma1

Da Bianco il mondo non creato- di Iole Toini

Dire ( eh!)
Accendere la musica ( eh!)
Chiudere gli occhi
Non fare male
L’erba se ne frega
I libri
Astronavi e botti
Vulcani che si spengono
Altri silenziosi
Mi giro sulla schiena
Un fatto di nessuno
Mi alleno
Dormo
Bene
Non faccio attenzione a non schiacciare le formiche.

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abe gerlsma
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Abe Gerlsma

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Dio era davanti a me, mio come una casa in affitto.
Mi guardava come fossi la bambina di una taglia più grande del vestito che mi aveva preparato.
Mi ha sfiorato lo zigomo. Poi ha lasciato cadere la mano. Mi ha dato la sua bocca.
Ha detto lasciala scorrere lungo le curve dei gomiti, nello sbadiglio.
Sentirai il duro della testa, la forma liquida del sangue.
Ti entrerò come la morte. Ti farò vedere.

Una coltellata di neve ha fatto il suo ingresso.

Era pazzo.
Io con Lui.
Era inverno.
Ero grassa di Lui.

Poi è successo. Qualcosa si è deformato.
Un difetto, il perno debole di un ingranaggio.
Crak, il primo strappo si è aperto sul seno.
Non fa niente, ha detto, e mi ha premuto dentro come un budino.
Mi masticava come un chewingum.
Io continuavo a morire. A nascere. A nascere ancora.
Ero grande come tremila bambine. Trentamila femmine odorose.
Trentamilioni di bombe atomiche.

Il cielo era gonfio come due labbra africane.
Uno sciame di neve si allargava sopra di me.

Mangiavo Dio in ogni boccone.
Fuori, dentro, a pompa nella carne.

Mi ha preso la mano, mi ha portato nel posto senza orme.
Le O delle nostre bocche rotolavano in cielo senza giocoliere.
Cadevo come neve nella sua trachea.
Ero bianca, evaporata dal mio corpo.

Quando parlava, lui lo faceva col mio sangue.
Si sporgeva dai miei occhi, teso come il sesso.

Ero una pianta la radice il vento.
Insieme davamo forma all’assoluto, al niente, e via di seguito.

La trasparenza delle cose ci inforcava da ogni parte.
Mi chiudevo sopra di Lui.
Ero sua madre e nessuno.
Ero io più l’universo.
Non ero niente.
Ero la sua erezione.
Ero la commozione.
Più forte più fitta più dolorosa del parto.

Poi è venuta la fine.
Puf, sono esplosa come un palloncino.
Lui è caduto a terra.
Io non ho neanche pianto.

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***

2 Comments

  1. non riesco misteriosamente a mettere la mia faccetta in I liked. Chi sa il perché?

    Mi piace davvero molto questa poeta!
    lucetta frisa

    1. non so dirti, ogni tanto wordpress fa le bizze anche con me. Ciao,riprova magari un attimo dopo esegue la richiesta, oppure è un problema di connessione,anche a me ultimamente va e viene.Ciao.f

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