e si continui a guardare ad un ORDINE MONDIALE in cui ci sono ordini strategici che riprendono solo motivazioni colonialiste già viste in un passato non troppo lontano.
“Au nom de leur “ordre mondial” voici la guerre. NOUS VOULONS LA PAIX, LE PAIN, LE TRAVAIL”
I governi cambiano ma gli interessi restano i medesimi e soprattutto resta un legame dovuto non alla fratellanza,all’eguaglianza e alla libertà dei popoli, tutti allo stesso modo, ma alle forniture di petrolio e uranio, senza il quale per esempio la Francia non potrebbe produrre energia e noi non potremmo avere combustibile propulsivo o gas per scopi energetici diversi. Quello che hanno cercato facendo scoppiare mezza Emilia non basta di certo! Ma c’è da aggiungere, tornando letteralmente a bomba, che non c’è solo questo sul piatto della bilancia e pesa notevolmente visto che si tratta di un problema che scotta: droga, quella stessa che si trova in Europa e rende cospicui, anzi ricchi ricchissimi affari ai soliti grandi (ig)noti. Dal Sahel, infatti, passa circa il 60% della cocaina sudamericana venduta in Europa. Inoltre ancora un peso notevole ha questo nodo poiché passa da qui la fornitura di gas al nostro paese. Il fatto che siamo “piazzati” in mezzo al Mediterraneo dovrebbe poi aiutare a porsi delle domande sugli scambi.
Un equivalente di 57 miliardi di euro l’anno è il corrispettivo di tale traffico d’affari e c’è da ricordare che siamo tra i primi partner economici di tutti i Paesi che si affacciano sul Maghreb. Quando si parla di sicurezza la loro è anche la nostra. Anche se poisiamo informati sempre e solo per la parte che fa comodo sulla situazione reale. Riporta Il sole 24 ore: ” L’Algeria si è dimostrata incapace con gli agenti infiltrati in Mali e le sue relazioni storiche di bloccare l’avanzata prima dei Tuareg e poi degli islamisti, spingendo la Francia all’intervento per salvare Bamako. Gli Stati Uniti hanno versato negli anni scorsi 500 milioni di dollari per addestrare un esercito maliano che si è dato a gambe ai primi scontri e uno dei loro uomini, il capitano Sanogo, che doveva essere il De Gaulle del Mali, ha condotto un colpo di stato inconcludente. Certo tutti questi temi possono sembrare lontani dal dibattito politico nostrano. Per altro il caso della Libia, dove siamo stati colti di sorpresa proprio dall’attivismo dei francesi, ha già dimostrato che non solo non siamo quasi mai protagonisti delle vicende mediterranee ma neppure tanto bene informati su quanto accade sotto casa.”
.
bertil vallien
.
Emergency invece, attraverso Gino strada, si schiera come sempre e più delle altre volte per la pace e dichiara: – La situazione umanitaria in Mali è molto grave, ma l’unico intervento nel quale l’Occidente è disposto a impegnarsi è quello armato, che non farà altro che acuire l’instabilità politica dell’area e peggiorare le condizioni di vita della popolazione.- L’associazione ricorda che il nostro paese attraverso scelte della Costituzione, ha dichiarato oltre sessant’anni fa di ripudiare la guerra, vissuta in prima persona e memore della distruzione e dei morti che ne erano seguiti. Pare che la storia sia qualcosa di deformabile adattabile poiché quanto è stato scritto e firmato è nuovamente negozio per scelte tutt’altro che pacifiche. Ancora una volta la scelta della guerra è l’unica opzione considerata e certamente porterà altra violenza là dove c’è necessita primaria di difendere i diritti umani fondamentali. Per questo Emergency continua a sostenere che l’unico modo che risulta l’antidoto efficace al veleno del terrorismo e alla tragica violenza della guerra sia la pratica dei diritti umani.: – Ogni giorno, per tutti.–
RIFERIMENTI IN RETE:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-16/guerra-mali-102207.shtml?uuid=AbF8tqKH