Nuove nomenclature – Anna Maria Curci (Inediti 2011-2012)

aldona mickiewicz

Aldona Mickiewicz

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Arrivano a fine anno le  Nuove nomenclature, inediti tra il 2011 e  2012 di Anna Maria Curci  e dentro c’è l’intero pianeta uomo, il collasso del pensiero, la restaurazione e il congresso non tenutosi più in quel di Vienna ma a spasso di un G, di cui si ricorda l(‘) 8 che portò a carte e 48 il pianeta dove la rivoluzione è ancoraggio ad un falso pensiero colonialista, vecchia impresa condotta da grandi protagonisti se si guarda la storia antica, anzi antichissima e frustrante oggi, per chi legga i segni di una vetusta vecchia locomotiva chiamata vanità di vanità, perché tutto cede sempre allo stesso aguzzino, questo tempo che chiede il saldo a fine percorso, sia stato ognuno un savio, un ipocrita, un gonzo o un bonzo. Tutto chiude il suo contratto perché si tratta sempre per ognuno di un contratto a termine.
Anna Maria Curci ci scherza da maestra con la storia, costruisce mattoni di ironia, l’unica che, alla fine, risulta ancora corrosiva, per questa storia ancora una volta infanticida…perché lo si ammazza prima che nasca, questo nuovo, con tanto odor di vecchio, antichissimo anno!!!!

fernanda ferraresso

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aldona mickiewicz

Aldona Mickiewicz b

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Da Nuove nomenclature di Anna Maria Curci- [Inediti 2011-2012]
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Assetto

Lo montano e lo smontano.
Finanziario economico
arranca e non demorde
(arraffa ed è concorde).

Ribassato, sportivo,
di vetture da fiera
la parata lo afferra:
ed è assetto di guerra.

*

Bunker

Già classico dell’orrore

-Argento dell’altra notte-

terrore artefatto insuffla.

Ed è sotterranea maniera.

aldona mickiewicz

Clandestino

Sta dalla parte dei respinti
e non l’ha scelto. Il tedesco
lo chiama nero, se lavora,
a bordo passeggero cieco.

Il francese lo bolla senza
carte, per l’inglese è immigrante
illegale. Soliti ignari,
qui, rispolverano il latino.

Eppure, “di nascosto” era “clam”:
cosa c’è di segreto in chi,
nell’angolo, prega che lingua
non taccia o copra il suo destino?

*

Declassamento

Manovra
narcotizza
spiazza affari.

Come a Fish
nell’Arturo 
Ui
 di Brecht

– Marinus
nella storia –
sul paese

drogato
pende pena
capitale.

aldona mickiewicz

Elette evasioni

Non è imperialregia
la nostra Cacania,
ma in forza di eletti
si riempie di schizzi.

Gli eletti (hanno letto
romanzi di Musil?)
s’adontan sovente
d’altrui deiezioni,

dimentichi, oppure
l’oblio fingendo,
che elette evasioni
han fatto l’orrendo.

*

Flessibilità

Ammirami: sono bella e scattante,
disse la corda tesa all’infinito.

Sinuosa quanto basta, son capace
di ogni acrobazia del tempo pieno.

Ho attraversato sale e corridoi,
indugio in open space, che vanno tanto.

Inarcava la schiena, la vezzosa,
sfoderava tronconi propulsori.

Ammutolii di botto, quando scese
lo sguardo su ganasce di cemento.

aldona mickiewicz

Aldona Mickiewicz 23

Geborgenheit

Procediamo a tentoni,
braccia avanti e occhi chiusi,
e nel budello stagna
già rancida l’attesa.

“Intimità, sorelle!”
“Sicurezza, fratelli!”
Restano mozziconi
di ali inconcludenti.

Così ci avviluppiamo
su noi stessi e scalciamo
via l’altro, ché protetto
resta solo il rifiuto.

 *

Halde
Permanente abusiva, discarica
camuffa astuta il suo lussureggiare.
E s’ergono miasmi in questa landa.

Con la scarmigliatura d’ordinanza
una folle affastella resistenze.
Sulla lordura vuole volteggiare.

aldona mickiewicz

Idiomaticamente

Non avere più alibi è risorsa.
Al fast food di sentenze c’è anche questa
pietanza da servire con rigaglie,
spezie varie d’avanzo e faccia tosta.

Fioccano locuzioni da conquista,
negli acquartieramenti si fa incetta
di lingua requisita e mal riposta,
“amara terra mia” va in soffitta.

Di detti e contraddetti la brodaglia
fiumi azzurrognoli espande in tutta fretta,
sul segno-senso pende già una taglia.

Sciapi o sapidi trionfano zupponi –
non dichiarata presa di possesso –
a cubetti ora vendono gli idiomi.

*

Lumpen – prefisso

Volano stracci intorno.
I veri hanno colori
da tuta mimetica,
inodore è il tanfo.

Nella notte ti culli
e ti spaventi a vuoto
per Lumpen variopinti
(rinnegati parenti).

Il cencio del risveglio
non porta la ragione.
pre-fissi la coscienza
con novelitas lumpen.

aldona mickiewicz

Macelleria
L’ho visto, da bambina, funzionante.
Era a Roma, era al monte dei cocci.
Mio padre, col suo camice e coi timbri,
lo conosceva con l’antico nome.

Fu la sua sede poi in periferia,
innocuo il nome: solo centro carni.
Con Brecht, Santa Giovanna dei Macelli,
pensavo al mattatoio di Testaccio.

Sociale, sale ancora a narici
marchiate squarto di macelleria.
In cella frigorifera hanno messo
quel ricordo di garretti recisi.

 *
NASDAQ

Alla fiera degli acronimi
orridi d’epoca e croste
d’occasione sciorinavano.

Ne svendevano uno, vago
di sfavillii di cifre a lampi
iniettati di liquidità.

aldona mickiewicz


N
eomelodici

Polite, poliert, ben agghindate
fluiscono le note su commesse
a presa rapida, dicono, e compresse
da gole avvezze volano nella rete.

E lì dove fioriscono i limoni
(ma lo conosci davvero, quel paese?)
Mignon è partita e poi tornata
più cieca dell’arpista, che si arrese.

*

Onna
Di donna è il volto sfondato. Spalanca
seriale il paradosso di cartone
malamente inchiodato a Misurata.

Lei, l’oltraggiata, dispiega lontano
a fil di voce il sembiante. Puntella
pertinace l’assenza d’elezione.

E la sibilla libica rinnova
torcicollo aggraziato: di massacro
in massacro volge lo sguardo a Onna.

aldona mickiewicz


P
recariot
Figuranti al minuto, fanno brillar
la miccia del cestino avvelenato.
Farli Kanonenfutter post-fordista
è mira della nuova produzione.

*

Quête/Quest
Mi frugo in tasca e cerco il peso
da bilancia d’u f’losof’
Peppino, sottratto a bottega
di butirri e scamorze, ora

logoro e scuro, ma fidato.
Questua vana, avverte il realista.
Marche rubizze t’ingolfano
da tempo, e la testa è in riserva.

aldona mickiewicz


R
igore
Mascherato da gelo di stagione,
intabarrato avvinghia chi è sguarnito
di rostri d’ordinanza e sottobanco.

Arretra, invece, il suo sosia antico,
decidua si è fatta la chioma irsuta
di affievolita voce nel deserto.

Sono crollati i muri di vergogna?
Di altre cortine di ferro il contagio
si è sparso, il ghigno mescola le carte.

*

R
hinocérité romaine
(Farsa Eterna in 3 quartine)

I. Sospensione

Bürgermeister di cruenta memoria
diramano dispacci. Disambigua
chi sa che la maieutica s’è fatta
badante, presidia il fiocco di neve.

II. Smantellamento

Bürgermeister di cruenta memoria
dispensano interviste, blaterano
di set a cielo aperto, pur sventrando
il lavoro e la storia sotto abete.

III. Sgombero

Bürgermeister di cruenta memoria
diramano dispacci, sgomberano.
Protesta chi sa che altro è ricchezza:
diversità, non laida spartizione.

aldona mickiewicz


T
agli
Superstiti due grani
nel mortaio.
Esausto, si abbandona
il pestello.

Non placa rintronare
lo strazio
la manovra scienziata
che sminuzza.

*
U
ndici settembre

Acquerello di Klee, tu guardi ancora.
Su ricorrenze amplificate taci.
Dipani la matassa dell’oblio.

Arrotolato e stretto, unico sei
rimasto folle antidoto alla fuga,
azzardo e rischio sul confine ispano.

A quale dei Santiago ti rivolgi?
Sguardo sollevi e immemori soccorri
al manifesto undici settembre

aldona mickiewicz


V
uoto di valori

Lo sento dire e lo ripeto, così,
schiacciato beneficio d’inventori:
serpeggia, incede, non incontra inciampi
un diserbante vuoto di valori.

Ma c ‘è mai stato un pieno? Il quesito
solletica le froge stupefatte
di cavalli a motore a scoppio tardo.
È aria fritta che sniffano, con blatte.

C’è la fila alla pompa di benzina,
scarseggia il carburante d’ideali
e il vagheggiar d’aedi impavesati
prende quota, è in rialzo, frulla ali.

*
Z
ip
Compres(s)a l’estensione,
scorre placido il fiume
di dati sbrodolati.

Compattato, il soverchio
assume le sembianze
di tassello essenziale.

 aldona mickiewicz

6 Comments

  1. dire che queste poesie sono “originali” …il termine è abusato e riduttivo,scusate. Certo che questa “grinta” di poeta “sociale”(altro termine assai vago e scusate un’altra volta) non la ritroviamo spesso. Non posso che ammirare AnnaMaria Curci anche per la sua intelligente frequentazione di grandi poeti tedeschi contemporanei che in qualche modo “nutrono” la sua poesia. Bravissima e ..Applausi.! Raramente mi capita di essere colpita da una poesia di questa portata.
    lucetta

  2. forza, ironia che sgomita negli apparati scenici in cui è, più d’ogni altro elemento storiografico, soggetto la tragedia, dipinta a tinte di netto contrasto, un apparato leonardesco in cui su tutto il nero e il rosso e dentro il ventriglio di questo uccello in volo prospettico si addensa l’amaro e l’occhio della scrittrice si addensa, incupendo la limpidezza della sua scardinante parola. Un paesaggio e un ritratto di profilo,di tre quarti e un tutto tondo fortemente plastico…anzi:al plastico!
    f.f.

  3. Il mio grazie di cuore va a tutti coloro che sono passati di qui, a Lucetta Frisa per le sue parole che mi incoraggiano e che porto con gioia con me, a Fernanda Ferraresso, per l’ospitalità generosa e per la straordinaria abilità nell’additare chiavi di accesso e nell’evidenziare dettagli e insieme.
    anna maria

  4. La sferza dell’ironia unita al gioco linguistico riesce a colpire al centro! Spesso accade che il linguaggio della poesia risulti oscuro, sebbene denso d’implicazioni e suggestivo, ma in questi affascinanti saggi di scrittura, creati da Anna Maria Curci, gli aspetti sperimentali sono ben integrati con il senso del messaggio e le sue sottigliezze. L’esperimento, insito in questa prova di testualità raffinata, allude, striglia il pigro lettore, accarezza, diverte e, persino, ammonisce. Si veda ad esempio le due quartine di ” Vuoto di valori” che riporterei, complimentandomi anche per il ritmo degli accenti nel terzo e nell’ultimo verso della citazione:

    (1) Lo sento dire e lo ripeto, così,
    (2) schiacciato beneficio d’inventori:
    (3) serpeggia, incede, non incontra inciampi
    (4) un diserbante vuoto di valori.

    (5) Ma c ‘è mai stato un pieno? Il quesito
    (6) solletica le froge stupefatte
    (7) di cavalli a motore a scoppio tardo.
    (8) È aria fritta che sniffano, con blatte

    Interessante è pure l’effetto d’insieme, arioso, divertente e, nello stesso tempo, profondamente serio, per il contesto cui allude. La poesia dell’autrice si apprezza così nel piacere del leggere e rileggere, scoprendo sempre nuovi spunti che definirei, più che eminentemente sociali, etici in senso globale. Marzia Alunni

  5. Leggo con un sentimento di profonda riconoscenza la nota di Marzia Alunni, che rivolge lo sguardo a più aspetti della scrittura e porge un orecchio molto attento a ritmi e cadenze. Grazie, Marzia!
    Anna Maria

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