marc ward
Nella lettura dell’ultimo libro di Nadia Agustoni si trovano davvero molti spunti fertili e importanti per la comprensione dell’opera. Non posso che ricordare, intanto che il testo mi prende con le sue intense ed espressive valenze, quanto scrissi per il blog lpels sullo stesso argomento. Voglio riferirne la sostanza con l’accompagnamento di un testo-chiave di Nadia Agustoni.
“Ne “Il peso di pianura” emerge un confronto incessante, una dialettica con la vita. L’esistere è frutto di sofferenza, non sterile, naturalmente, piuttosto la ricompensa è dura da ottenere. Nei versi traspare episodicamente una nota di amarezza che tuttavia si compone armoniosamente nella profonda e radicata coscienza del dovere, dell’umanità totale e compassionevole intorno al poeta-testimone. Essere e dover essere tendono a coincidere nel bello, ma l’unione è cercata con pudore, senza compiacimenti per virtuosismi di stile, rigidi e poco significativi.
Si vedano questi versi: “…dev’essere pronuncia / quel che io non pronuncio / e un bene senza speranza / l’unica preghiera. ”
La meditazione qui è muta, silenziosamente denota un’attitudine religiosa, ma senza confessionalità. La religione di Nadia è l’umano, i legami forti con le idee, il passato che richiede attenzione e cure, nella persona dei nostri cari, dei “non più vivi”, ma sempre presenti tra noi nell’anima. “Gerusalemme..se mai ti scorderò…” dice la tradizione cristiana, eppure spesso trascuriamo le persone e le verità essenziali, così non può fare il poeta vero. L’Agustoni sembra approdare perciò ad una consapevolezza etica fondamentale. Il concetto di impegno, correlato ad essa, supera i confini dell’agone politico e s’innesta nella quotidianità di un vissuto, il nostro, che è solidale, costante e rispettoso. Nelle poesie presentate si avverte anche un tacito senso di critica, sotteso alla meditazione etico- filosofica, appare come una nota di continuità rispetto alla produzione del “Taccuino nero”. Ben lungi da rappresentare una cesura con il passato, quest’opera lo integra e lo sviluppa alla luce di un umanesimo totale e responsabile che non può non suscitare un sentimento di forte condivisione nei lettori e nella critica.”
Marzia Alunni
Da Il peso di pianura di Nadia Agustoni
sull’adda una domenica d’inverno
la città degli uccelli impazziti
ci arriva il fiume – io imparo mai niente
parlo un buffo cosmo rotondo – c’è in canali
e fondamenta l’oh di voce e il gesto
viene a parentesi niente eterno i passeri
crescono fame picchiano nel gelo di correnti
e la riva è proposito di terra
slarga in buio rettangolo di ponte
e dentro i campi va a falce l’occhio
più un’altra vita ci pensi che questa.
RIFERIMENTO IN RETE: http://marzialunni.blogspot.it/2011/07/le-intense-pianure-di-nadia-agustoni.html
la foto!
M’aveva colpita nel blog di memorie dal po’…
davvero suggestiva.
E anche i versi che ci consigli.
Sempre utilissima, signora Sabbia mobile….
se si potesse aggiungere una “g” sfuggita…ne sarei grata!
l’immagine non c’è in Memorie dal Po perché appartiene a marc ward :http://www.marcwardphotography.com/gallery.html. La g è tornata si era attaccata ad una atta perché voleva essere una gatta!
Bello rileggere “Il peso di pianura” di Nadia Agustoni attraverso le parole di Marzia Alunnii, che ben mettono in mostra la “consapevolezza etica fondamentale”, il punto di partenza “solidale, costante e rispettoso”. Il “cantare confine” è impegno, sì, scelta e vincolo allo stesso tempo. Nel segno di ciò che Marzia Alunni definisce “umanesimo totale”, si può approdare, come recita una poesia della raccolta,
in terra propizia
Le parole del bene
grandissima colpa
sbordano volti e muschio:
in terra propizia
ciliegio t’entra nel petto
fiorisce casa.
(p. 48)
Il libro di Nadia mi ha conquistato subito, per me è naturale esprimere riflessioni e le mie valutazioni sono nell’ottica di un’inclusione totale. Credo nell’empatia con il testo e lascio volentieri a mani ben più esperte delle mie lo sforzo lodevole di storicizzare, oggi reso sempre più complesso. Nadia però è in ogni caso una certezza. Interlocutrice indispensabile, “ti scava” con i suoi testi. Un abbraccio a voi e grazie al blog di leggermi! Marzia Alunni
Carissima Marzia, grazie di cuore per il commosso (e dunque commovente) scritto dedicato al recente libro dell’amica Nadia. Ne sono particolarmente felice: stimo Nadia “da sempre”, e dunque sono felice di questo “incontro” che così intensamente ti coinvolge.
Grazie, Marzia cara, e un sentito augurio ed abbraccio da parte di Mariella
una lettura incisiva, coinvolgente
porta il lettore ad incontrare nel testo la voce di Nadia
grazie Marzia
Vedo ora, grazie a tutte. Un saluto. nadia