philippe ramette
Animula vagula blandula,
Hospes comesque corporis
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles, dabis iocos…
Publius Aelius Traianus Hadrianus
E parlar con te non è mai stato facile
tu sei
così
grandiosamente piccola e
ti nascondi
sei ospite
compagna ma spesso perdi di peso e
mi smarrisci
dentro i meandri dei tuoi labirinti
i sentieri del mio sangue mi hanno trattenuto
tra i tuoi vaghi serragli
tu nata sempre ieri e
futura in luoghi dove ti rincorro a perdita di fiato
tu anima mia anima smarrita
lieve compagna senza ore certe che sei scesa
tra i gingilli e gli svaghi della mia età minima e poi
hai navigato tra i cupi colori della maturità del corpo
fattosi denso e pesante sempre più distante
dai luoghi consueti. Tu ora hai un destino che da me si separa
tu lieve tu chiara tu guardiana precisa
recidi la soglia in quest’ ultima stanza che vivo.
Guardo ancora quel poco che resta ed è lo spiraglio di un attimo
la finestra che in te
ora per ora misura la vita e
mi sembra un nulla accanto al buio
il luogo dell’oscuro che di te tocco senza necessità di guardare.
.
f.f.
Charles Dwyer
.
in questi occhi spinosi, in questo orto
dichiarato solo e immenso,
nella tua cesta in cui cullo
il corpo inghiottito
dalla mia ombra, dal corpo
ottuso della mente, dal corpo
chiuso sopravento, suono
della magia della distanza,
nel segno di una purezza incondizionata,
nessun nome, nessun porto
può spezzare il morso
a cui mi lego naufraga della visione
.
Iole Toini
Che bello questo scambio di affetti!
seguo attentamente il vostro scambio. E’ fuoco che alimenta visioni e immersioni.
immergersi nella profondità di sè stessi non è operazione di sole parole
è tagliare le erbe che sporgono innocenti e ottenebrano la visione
visione che moltiplica, che congiunge, che apre a stanze di un altro mondo, fuori dai soliti contesti di copertina, originario e originante
grazie sempre a voi
un abbraccio
elina
era iniziato come scambio di posta personale ma poi Iole mi inviava testi a cui non potevo rispondere se non con lo stesso linguaggio con cui lei arrivava in me non da me attraverso la scrittura epistolare e poetica. C’era un salto nella parola portata che mi sembrava potesse dare anche ad altri quella carica visiva e sensitiva da cui mi ero sentita abitare. Così è stato, dopo averle chiesto se anche a lei stava bene. Ora, come già si era detto in apertura, la posta ha subito un rallentamento, capitano momenti in cui la vita ti impone altri esercizi, altre faccende. Grazie a entrambi per avere condiviso. ferni
Lo sguardo si posa sull’epigrafe e mi sorprendo. Nell’arco di poche ore, mi giunge due volte da strade diverse. E’ un richiamo? Mi induce a soffermarmi, a rileggere, pensare a cosa può essere per me.
Non posso che ringraziarvi per questi doni.
Hospes comesque è anche il titolo di una poesia di Marguerite Yourcenar. Questi i versi finali:
… come non amarti, forma a cui io somiglio,
se è nelle tue braccia che stringo l’universo?
è il seme della poesia che trova terra fertile
grazie a tutti. f