Ewa Przybyła
da dentro la O
salendo la montagna ascoltavamo il nostro fiato tra il canto delle pietre
e la bocca dei vecchi mentre la sera tagliavano il pane per tutti in parti uguali
dite agli altri che custodisco ancora l’ostia del natale perfino nell’orrore
nevica in me
il mio silenzio è chiarissimo
.
ANNA MARIA FARABBI
Grazie Anna per aver mandato questa voce, grazie per avere raccolto la eco profonda del salto, il nitido bianco come scrittura perfetta della neve, che ancora porta pane, l’ostia dell’incontro, anche nell’orrore.ferni
questa è una fetta di pane ricchissima
è scrittura di luce che amplia lo sguardo lo porta all’altro
grazie
elina
Mi piace pensare che in questo intervento di Anna Maria Farabbi sia la poesia stessa a parlare, con semplice profondità, nel paradosso (ma solo apparente) del silenzio e nel dono dell’ascolto.
Cara Anna Maria,
il tuo silenzio è come tocco di campana: richiama tutti i sensi. Grazie,
anna
versi che timbrano il silenzio
e risuonano nell’anima.
e che più si arrotondi questa O
che l’uomo vitruviano lasci il posto all’uomo Vero…
grazie Anna, le tue parole sono poche ma dicono davvero tanto. E sono semplici e belle.
silenzio luminoso, come neve che nel buio riverbera scintille brillanti…
grazie, dmk