anka zhuravleva
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Raccolgono le mani un regno
di zolle e nuvole più vicino d’ogni dimenticanza?
Esita la parola che nasce nel corpo
e sfanta poi nell’incerto o resta
lontano accento tra il calore
delle mani e la voce “io è un altro”
a cantare
“ad adorare –per primi! – Natale sulla terra!”
a sussurrare io ti amo A.R.
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FABIA GHENZOVICH
l’interrogativo iniziale rende il testo saldo e insieme sospeso
guardo la neve scorrere sulla pagina ogni parola trabocca di vita non soffocarla cantarla su questa terra che nasce ancora una volta
grazie
elina
Elina grazie, sei attenta e sensibile in tutti i tuoi commenti ,sai cogliere ciò che più conta :l’anima della poesia o il corpo della poesia che sono la stessa cosa.E’ un piacere incontrarti su queste pagine!
Non si può che continuare ad attendere questo Natale sulla terra in cui finalmente “mi sarà lecito possedere la verità in un’anima e in un corpo”. Un grande omaggio ad un visionario che ci ha dato il dono del fuoco che noi dobbiamo mantenere acceso. grazie Fabia!
E’ proprio così cara Lucia ,mantenere vivo quel fuoco e portarlo per il mondo sarebbe un gran bel dono di Natale e grazie a Fernanda che ci offre la possibilità qui di scambiarci questi piccoli doni di poesia.
Vi chiedo scusa se non sono molto presente,ho un bel lavoro nel prelevare e inserire i testi che vengono inviati, dopo averli letti con cura e rintracciato le immagini o i video con cui editarli per il post.Mi riservo di farlo appena avrò finito questo lavoro, quando saranno tutti nella raccolta per Natale. Nel frattempo ringrazio vivamente tutti coloro che hanno partecipato e sono qui: presenti, in ciascun lettore, in ciascuno di noi. ferni
Lo immagino Ferni che stai lavorando “alla grande” anche per noi tutti!
Spero ne esca un buon lavoro, che faccia riflettere e allo stesso tempo sia una lettura che tenga compagnia, aprendo in chi legge delle soglie per allontanarsi dal grigiore di questi giorni e fornisca anche delle luci, per guardare in profondità ieri e domani attraverso queste nostre piccole attuali finestre dell’oggi.f
Sempre affascinanti le tue poesie, cara fabia! Sfuggono a definizioni e canoni, anche qui leggo una bellissima lirica di atmosfere rarefatte, mistero e attesa di qualcosa o qualcuno, quasi una lettera d’amore, almeno sento così….grazie Fabia e grazie Ferni. Sicuramente tutte queste finestre che, grazie al tuo lavoro, si sono aperte qui, danno calore e luce in tanto deserto, sicuramente qui ci si ritrova, piccola comunità che condivide l’amore per la parola che avvicina, che ci accarezza, ci fa sentire, forse, un po’ meno soli.
Il lavoro di Fernanda è prezioso perchè ci ha offerto l’opportunità di riflettere su un tema importante al di fuori di ogni retorica e melensaggine, aprendo un varco di riflessione condivisa. Grazie!
questo tema “il natale che ritarda” ,mi sembra particolarmente sentito da tutti i poeti che hanno scritto, e azzardo che questa condivisione nasca da un momento cruciale del nostro tempo.Tempo di solitudine ,dolore e spaesamento,ma anche di tensione a rimettersi in gioco ,a non mollare,a pensare ancora a un bene comune e che la poesia possa essere un segnale forte di cambiamento.
caro Francesco,
forse sì hai ragione ,ho scritto quasi una lettera d’amore :-)
Boh !