L’angolo delle poesie di Daria – a cura di Milena Nicolini

Milena Nicolini riporterà, in tempi diversi,  per tutti coloro che non l’hanno conosciuta, i testi di poesia di Daria Menicanti, una voce viva, anzi vivissima, che fino ad ora abbiamo sentito proprio grazie all’affetto e all’ attenzione di Milena. Tutte le poesie riportate, che fanno parte di raccolte a suo tempo editate con case editrici differenti, saranno poi raccolte in una pagina espressamente dedicata alla Menicanti. In questo primo post i testi proposti mostrano con chiarezza l’ironia e la lucidità degli scritti della poetessa e, cosa non da poco, la loro attualità pungente.  ( f.f.-dicembre 2011)

**

marcelli isa

Da Poesie per un passante (Mondadori 1978):

Se

Con l’ultimo giardino la strada

s’insabbia, s’impaluda in un’orchestra

di rane. Steso, chiaro

mi arriva lo stagno con bruschi

cespugli, con piante leggere.

C’è un’aria di abbandono e di rivalsa

intorno alle paludi: se ne vive

ciascuno della vita e della morte

dell’altro: e questo bel verde innocente

della felce ricciuta si fa –

come il resto –  da un lungo cimitero.

E qui ritrovo quel mio divenire

infinito con tutta l’altra terra

e la saggezza ironica: sapere

d’essere sostituibile sempre.

– Se questo, dico all’improvviso, questo

fosse il mio ultimo giorno –

E subito di tutto m’innamoro

tanto ogni cosa mi risembra bella

nella sua fuga, ogni spiro, ogni insetto.

E quel tuo viso stesso

– che ieri non riuscivo più a vedere –

ecco ridiventarmi fiore e festa.

O vita, o cara mia felicità.

Mi sento nuovamente buia e calda

come una linfa di pianta nel sole,

come una cosa amata

.

marcelli isa

DARIA MENICANTI   da FERRAGOSTO 1986

Egitto

Piove come da fionda con un colpo

secco sul nudo selciato

un chiuso coleottero e resta

immoto tetro del suo nero opaco.

E’ il paese dei morti che qui manda

messaggi di scarabei sacri

Ça  recommence

Finge qualcosa e ruota pigramente

il volante guidando sotto folti

alberi gialli, la pioggia arrogante.

Con l’altra mano dura e aperta preme

la mia gamba qua in alto.

-Ça recommence , mi dico. E deliziosa-

mente mi stiro.

.

marcelli isa

FANCY

Ho un bosco. Un grande bosco che non ho

e le più belle aiuole

che crescono di foglie fiori cose

parlanti. Colori di farfalle

vanno danzando e si posano alle rose

con applausi. Ai piedi ho un mare bianco

di giochi e di criniere, in alto il cielo

che hanno tutti con lune e con soli

e luoghi di nuvole e tuoni

lampi socchiusi e doppi arcobaleni

.

marcelli isa

da  CITTA’ COME  1964

Il lago

Conchiuso tuttavia come un anello,

calmo, compiutamente

perfetto, sé riassume dentro sé.

E non linee di fuga,

non assenze socchiude il suo orizzonte,

non impronte

conserva la liquida lama,

ma estraneo ad ogni mutazione

onda per onda si ripete

identico eternamente

come un dio che si pensa,

come un capolavoro

che in perpetuo si inventa.

E nella sua ventura

di morte interdetta

con facile respiro

beatamente mi ritrovo.

.

marcelli isa

Lettera.

Non sola, non mai proprio abbandonata

vivo in questa città:

anzi è facile farmi una cadenza

a tutte le cose qua attorno,

alberi, case… Le patisco a volte,

ma più spesso ne sono beata.

Siedo ed ascolto, tanti e così lievi

messaggi di cose mi attorniano

perpetuamente. E vivo

se non il mio

quel loro ritmo d’arnia.

Ascolto e vivo tutte queste cose

in folla

o di esse ciascuna,

ma sola non ti sono

propriamente.

.

marcelli isa

Da POESIE PER UN PASSANTE 1977

UOMO

Le corte cosce grasse spalancate

gli occhi sciapi sporgenti

in due reticelli di vene

e –quel che è peggio- il collo

dopo un’impari lotta con le diete

definitivamente scomparso,

eppure anche costui piacque e per qualche-

duna fu il primo, ebbe la rosa

marcelli isa

PER ALDO

Ma se morire è questo

che dicono

pace e silenzio dai ricordi

e intanto quell’eterno divenire

sempre altro, mio Eraclito,

insieme con tutta la terra,

allora sì che è bello essere morti

fatti pioggia primaverile o canto

e tout-de-meme ces beaux cieux voyageurs

del mese di aprile, il più crudele

di tutti i mesi

.

marcelli isa

Da ULTIMO QUARTO 1990

PER UNA POETICA

Di solito succede a questo modo:

dopo un lungo silenzio le parole

anche le più comuni le più

consumate dall’uso e dalla pace

vita riprendono, colore.

Escono ardendo e si aggruppano in corone

di isole in arcipelaghi

o, se hai forza e fortuna, in continenti.

Con quel sapore nuovo con quel

mutante arcobaleno che hanno intorno

a fatica le riconosci e ancora

più a fatica le fermi mentre sciamano

da te veloci: ma è un altrove è un fuori

il grido amoroso intrattenibile

che le incalza saltuario

che le spinge lontano dagli orrori

del vuoto. Cedono a mano a mano

sommesse o sontuose –lo sai-

al divenire al duro precisarsi:

volanti comete di tanto

indugiano quanto una nota

quanto in lastra di specchio una presenza

e subito si arrendono spente

nel nuovo turno di silenzio

.

marcelli isa

SCRIVERE ROMANZI

Da terra si alza con dolce brusio-

mentre tu scrivi- un muro

di parole e di frasi come ignote

e sopra a quello un altro già si inarca

e un altro ancora si annoda a costruire

il tuo numeroso edificio.

Non cerchi gli scalei i segreti passi

e a fatica ti orienti, che lì appunto

tu scopri il tuo essere in tanti

il tuo essere in troppi e con amore

amputi le tue lunghe ambiguità,

amputi e affili e già divieni un nuovo

risonare di voci e di colori

echeggianti l’un l’altro

nel trito di un tremante arcobaleno.

Sempre questo ti avviene quando scrivi:

ti intriga un’oppressione lievitando

multipla: qualche cosa

urge di separarsi da te

e già è altrove e lontano, già con altro-

altro da te- convive e si accompagna.

*

Proposte in ordine sparso

Da Un nero d’ombra
Stretta, direi affrescata, alla parete
ronzante della magica tradotta,
col gomito affilato del vicino
tra una costola e l’altra scompaio
in estasi e all’unisono con tutti
gli utenti del primo metrò.

*

A.V.I.S.

…perciò donatrice di sangue
mentre parlo con te, scrivo poesie,
passeggio per i banchi rivelando
l’intima essenza dell’Accusativo,
una parte di me sta partorendo
al Mangiagalli
o sogna già tranquilla
dell’incidente
dietro un bianco oblò.
A volte, così ricca di persone,
proliferante,
mi chiedo s’io sia
un pallido tranviere
un mascalzone
uno del Sud affilato alla falce
di atroci gelosie
e – tout de meme –
la Daria Menicanti.

*

Estiva

Ogni sera le madri dai balconi
chiamano i figli con urli soavi.
Cadono i nomi gridati nel buio
come stelle filanti. Ad uno ad uno
tornano con le bluse a quadrettini
le gonnellette alte una spanna i teneri
re,
le regine.

*

Da Poesie per un passante

Guardie e ladri

Il fulmine piombò per la finestra
nel mezzo della stanza, saltò
sul lampadario, allegro ed incosciente
acrobata e ri-uscì dalla ringhiera
opposta tra pezzi di vetro.
E poco dopo ecco arrivare il tuono
urlando se di là
era passato un giovane teppista
in luminarie e neon violetto. -No –
gli rispondemmo con piena omertà.
E il tuono spazzò via sulle orme aguzze
della saetta. Noi naturalmente
eravamo per il fuggiasco, il bel
transfuga e non per l’affannoso
poliziotto

*

Epigramma per un verme

Un verme tranquillo e bavoso
d’un roseo infantile fa il traghetto
del viale.
Mi domando perchè poi
mi faccia quasi tenerezza … Ah, sì:
è perchè ti assomiglia, mio diletto

*

Specchio
…et moi dans mon coin
C. Aznavour

Dallo specchio lo vedo appiattirsi
per l’altra stanza insistente beato
di lei, del suo vestito turchetto.
Dentro i bruschi capelli appassionati
lei la indovino casta duramente,
più dei suoi corti anni opulenta.
Ma lui uomo di lampi, lui di vasti
clamori e pianti esperito
libidamente a mano a mano l’ha,
malgrado me, sospinta –
e se la gode in piedi – in un angolo

*

Da Ferragosto
Lei

Ciondolando succhiandosi le labbra
con i vezzi delle sirene
ti aggirava e annescava
e spalmando parole di burro
e montando parole di panna
con tenere cose come queste
aderiva aderiva: mai veduta
una pania compagna.
Ma tu sai che in amore
ogni legge è permessa:
c’è chi vince e chi muore
c’è chi tiene e chi molla.
Fu così che in quei giorni
me ne morii di colla.

*

Bella di notte

Ancora risoluta a essere bella
con labbra ansiose e larghe
piena di truffe d’amore
la donna avanza e calpesta sonante
il pianeta. Sfinisce in orrori
la notte calda coi soliti gridi
e lei da sola balla
in grembo ad una piazza
lei balla una vertigine, un fragore

Testi di Daria Menicanti scelti e raccolti  a cura di Milena Nicolini.

7 Comments

  1. Scusate se mi ripeto nei miei commenti, ma anche stavolta devo e voglio dire che le vostre iniziative sono stimolanti e dettate da vero amore per la vita e la poesia; Daria Menicanti è una delle tante voci rimosse e dimenticate dal nostro superficiale apparato culturale; CARTESENSIBILI (assieme a pochi altri) fa una cosa semplice e concretissima: invita a leggere i testi della Poetessa, ce li offre in dono. Ogni poeta, credo, desidera questo: che i suoi testi vengano letti ed amati.
    Grazie a Milena Nicolini e a tutta la Redazione.

  2. Ne siamo lieti, molto lieti e con lei ringraziamo Milena che con una cura e un affetto preziosi ci riporta tratti dell’anima e dello sguardo, dell’acuta intelligenza di Daria. Grazie per seguirci a nome di tutte/i noi.

  3. Lette e rilette e salvate, per quando sarò lontana, preso anche nota, per cercare i libri (spero di trovarli, tra poco riparto, questa volta cambio stato)Vi ringrazio per questa condivisione, fa bene avere a disposizione forzieri di intelligenza e acuta sensibilità, gira tanta orribile e vuota scrittura purtroppo. Eppure quando si è in luoghi che danno la possibilità di fare i conti con ciò che conta, con se stessi soprattutto, una scrittura aperta e onesta ti offre quanto ti tiene in piedi su questa terra. Annabelle

  4. Anch’io ringrazio per avermi fatto conoscere una poetessa straordinaria, che non conoscevo. Questi versi, pur delicati e (apparentemente) lievi hanno una forza e un’intensità rare. Amarezza e ironia, luci e (molte) ombre, viaggi e sempre qui….Felice di aver letto queste poesie (e ora cerco i libri!). Ciao a tutti! francesco sassetto

  5. grazie, sono un’appassionata di poesia e peraltro scrivo anche prefazioni per raccoltepoetiche, insomma ho con la poesia un rapporto fraterno e profondo, ma non faccio fatica a confessareche questa poetessa mi era sconosciuta. Un verso denso, compatto spiritualmente, inquieto e bellissimo. Vi sono grata per avermela accostata.

    1. il merito è tutto di Milena Nicolini che la porta con sé dovunque e non manca occasione per fare conoscere la poesia di questa autrice effettivamente non molto nota ai lettori e solo ad una ristretta cerchia di persone…addette ai lavori. f.f.

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