Ewa Przybyła
“I Sentieri si costruiscono viaggiando”
Franz Kafka
“Per viaggiare basta esistere”
Fernando Pessoa
“Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono.
E anche loro possono prolungarsi in memoria,
in ricordo, in narrazione.
Bisogna ricominciare il viaggio sempre”
José Saramago
E continuiamo il nostro viaggio, anzi i nostri viaggi all’interno di noi e del mondo, del pensiero, del ricordo, del piacere e del bisogno, del viaggiare esistendo- essendo, stando fermi, fantasticando, tacendo, scrivendo, esprimendosi. In movimento o immoti. Nel corpo e nel cosmo. Entro il sogno e nella realtà. Avventurosa-mente (anche – certo – talora avventata-mente).
Riprendiamo così, all’incredibile distanza di trent’anni (trent’anni?) il tema di un “antico” fascicolo della nostra “Salvo imprevisti” (n. 24, settembre-dicembre 1981), fascicolo dal titolo “Il viaggio”, nel cui editoriale così ci domandavamo, ci esprimevamo:
“Perché il viaggio? E cos’è oggi per noi il viaggio? Come si viaggia mediante la parola (le immagini la musica), ancora le parole la voce la carta? Dove siamo diretti? E a chi ci dirigiamo? (…) Ed eccoci dunque a viaggiare interni/esterni, privati/pubblici, individuali/aggruppati, metaforici onirici ludici tragici. Ognuno di noi a suo modo, ma poi tutti insieme fedeli nel movimento, viaggiatori in/costanti di tutti i percorsi: del cervello del corpo della classe del sema del soma della generazione in-generante questo percorso da ascoltare/vedere, da percorrere ora che tempi e luoghi passano e passano”.
Questo scrivevamo allora. Oggi ci sarebbe ben altro da aggiungere, se a quel “noi” volessimo tentare di apporre (come si deve) un “loro”, un “gli altri”, dunque un “noi” ben altrimenti ampio, variegato, complesso, diverso, divaricato.
I viaggi spesso dolorosi (viaggi di “dis-piacere” piuttosto che di “piacere”), ansiosi, terribili, talora mortali, che circa un miliardo di persone – migranti, profughi, transfughi da tante guerre e impossibilità e miserie – compie, di questi tempi, alla ricerca di una vita altrimenti vivibile, anche se poi troppo spesso illusoria, vuota di valori che non siano – in definitiva – lo sfruttamento, la sopraffazione, la sporca “proprietà” di anime e corpi, il disumano impero del denaro, che tutto imbratta, deforma, compra e vende.
Un “noi” ben più ampio, che riguarda intere popolazioni che sotto-vivono e sopravvivono nella dittatura dell’illibertà, del bisogno, della fame, costrette a ben altri spostamenti rispetto a quelli che noi – dell’opulento Nord e Occidente del mondo – conosciamo e spesso compiamo.
Viaggi: un “tema” e un “problema”, dunque, oggi ben più complessi di un trentennio addietro. Tuttavia – com’è naturale – il fascicolo non può occuparsi solo di questo, così che il nostro minimo scandaglio, la nostra minima ricerca tendono, ancora una volta, ad essere multipli, variegati di elementi, di spunti e punti di vista. Com’è forse naturale. Non privi, dunque, di tanta sofferente consapevolezza, auguriamo a quanti ci leggeranno buon “viaggio” in questa lettura.
Mariella Bettarini
Sono i punti salienti su cui è impostato anche il mio viaggio.Grazie per aver delineato una mappa così dettagliata e ricca in cui ciascuno può trovare i suoi sentieri.fernanda