Linea diretta: Mario Trejo – Labios Libres

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Arrivata da pochissimi giorni, questa proposta di poesia, ha viaggiato dall’Argentina, attraverso le mani di Mario Trejo, fino a quelle di un amico comune, Enrico Gori, ora in viaggio in India, che già aveva fatto da tramite tra noi e Mario,  fino a noi. Dovrebbe tornare entro pochissimo tempo Gori dal suo viaggio, alla ricerca di scatti fotografici e segni, che dicono la vita e l’uomo, e ci dirà, come in viva voce, cosa Mario gli abbia detto o dato unitamente ai versi.

f.f.- 17 novembre 2011

Labios Libres


Al cabo de las tierras y los días
de horarios y partidas y llegadas
y aeropuertos comidos por la niebla
enfermo de países y kilómetros
y rápidos hoteles compartidos
Luego de esperas
prisas
y rostros y paisajes diferentes
y seres encandilados por el olvido
o abiertamente besados por la vida
Después de aquella amada
y esa otra apenas entrevista
mujeres cogidas por mi soledad
y ahogadas por las bellas catástrofes
Luego de la violencia y el deseo
de comenzarlo todo nuevamente
y los errores
y los malentendidos cotidianos
y los hábitos torrenciales del trópico
y noches acariciadas por el alcohol
y tabaco fumado con tanta incertidumbre
Al cabo de un nombre que no me atrevo a decir
y de alguien que yo llamaba Irene
de cierta voz
cierta manera de clavar los ojos
al cabo de mi fe en el entendimiento de los hombres
y en el corazón de ciudades y pueblos
que nunca sabrán de mí
Luego de tanta tentativa de huirme o enfrentarme
y comprender que estoy solo
pero no estoy solo
al cabo de amores corroídos
y límites violados
y de la certidumbre de que toda la vida
no es más que los escombros
de otra que debió haber sido
Al cabo del hachazo irreparable del tiempo
sólo puedo blandir estas palabras
esta obstinación de años y distancias
que se llama poesía.

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Labbra Libere

Alla fine delle terre e i giorni
di orari   partenze e arrivi
e aeroporti mangiati dalla nebbia
malato di paesi e chilometri
e rapidi hotel condivisi
Dopo le  attese
la fretta
i volti  e i paesaggi differenti
ed essere stati abbagliati dall’oblio
o apertamente baciati dalla vita
Dopo quella amata
e quell’ altra intravista appena
donne prese per la mia solitudine
e soffocate per le belle catastrofi
Dopo la violenza e il desiderio
di cominciar tutto di nuovo
dopo gli errori
e i malintesi quotidiani
e le precipitazioni torrenziali del tropico
le notti accarezzate dall’alcool
il tabacco fumato con tanta incertezza
Alla fine di un nome che non oso dire
e di qualcuno che io chiamavo Irene
con una certa voce
una certa maniera di inchiodare gli occhi
alla fine della mia fede nell’intendimento degli uomini
e nel cuore di città e paesi
che non sapranno mai di me
Dopo tanti tentativi di fuggire o affrontare
e comprendere che sono solo
ma non sono solo
alla fine di amori corrosi
e limiti violati
e della certezza che tutta la vita
non è più che brandelli
di un’altra che sarebbe dovuta essere
Alla fine del colpo d’ascia  irreparabile del tempo
posso brandire solo queste parole
questa ostinazione di anni e distanze
che si chiama poesia.

Traduzione Carlos Sánchez
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Mario Trejo è nato in Argentina nel 1926. Negli anni ’40 ha creato la FIG Alberto Vanasco Club, un movimento che ha promosso i primi avvenimenti ed incontri in Sud America. Il suo primo libro di poesie è stata Cellule del sangue (1946). Ha scritto in collaborazione e come coautore con Vanasco lo spettacolo Non c’è pietà per Ambleto (1954), Premio Buenos Aires. Nel ’50 entra a far parte della rivista Poesia di Buenos Aires, con Raul Gustavo Aguirre, Jorge Enrique Mobili, Edgar Bayley e Rodolfo Alonso, e altri ancora.
Alla fine del decennio, è stato responsabile di programmi televisivi Canal 7 (Argentina) Storie di giovani (Martin Fierro 1959) e Nudo Buenos Aires.
E’ stato collaboratore della Radio Televisione Française, con Mario Vargas Llosa. Ha lavorato per la rivista argentina contemporanea culturale, Luz y Sombra, Lettera e Linea, Cinedrama e coniugazione in Buenos Aires, è stato un giornalista del giornale La Prensa, e la rivista Primera Plana e confermato.
Nel 1964 ha vinto il Premio di poesia La Casa de las Americas con L’uso della parola.
Durante la residenza a Cuba, ha scritto la sceneggiatura per il film Sradicamento, lungometraggio diretto da Fausto Canel, premiato al Festival di San Sebastiano (1965). Nel 1967 ha interpretato se stesso nel film di Bernardo Bertolucci, La via del petrolio. Ha scritto e diretto, nel leggendario Istituto Di Tella a Buenos Aires, diverse opere, la più ricordata,  Libertà e altri avvelenamenti (1967). E ‘stato anche l’autore di Libertà, Libertà, Libertà, diretto da David Stivel e Norma Aleandro nel 1968. Astor Piazzolla musicò straordinarie colonne sonore per alcune delle sue poesie, tra cui The Birds Lost ( I passeri perduti),  la cantante Jeanne Lee e il trombettista Enrico Rava hanno interpretato sue poesie in inglese Quotations Marks e Let me be. Negli anni ’70, come giornalista freelance, ha lavorato per le agenzie Anasa (Spagna), A.S.A. PRES (Francia) e Harvey (Italia). Insieme con Allen Ginsberg ha tradotto Nicanor Parra nel 1990. Nel 2008 il National Endowment for the Arts gli ha editato una antologia con una prefazione  a cura di Liliana Heer mentre La Fondazione Argentina per la Poesia gli ha assegnato il Grand Prix d’Honneur.

Riferimento in rete: http://www.revistalamasmedula.com.ar/nro4/nota1.htm

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