Alle belle statuine 1,2,3,…
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Si presenta così Stéphane Hessel : «Novantatré anni. La fine non è lontana. Che fortuna poter approfittarne per ricordare ciò che innescò il mio impegno politico: il programma elaborato settant’anni fa dal Consiglio Nazionale della Resistenza». Un’esperienza di grande resistente, consolidatasi nei campi di Buchenwald e di Dora, Hessel è stato anch’egli uno tra i redattori della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1948, poi ambasciatore di Francia e meritevole della medaglia della Legion d’onore. Per lui la ragione fondamentale della Resistenza è stata l’indignazione. Forse oggi si vede con minor chiarezza di ieri? Se il nazismo poteva avere connotati chiari (ma quanti allora non sapevano e non vedevano ciò che avevano sotto gli occhi?)oggi le ragioni per cui indignarsi sono altrettanto forti e causa di indecenti squilibri: la disuguaglianza crescente tra ricchi, che sono straricchi, e poveri che sono altresì poverissimi, il degrado e l’inquinamento il depauperamento del pianeta, il trattamento delinquenziale e coercitivo che si usa nei confronti degli immigrati, dei rom, la corsa all’accumulazione di beni attraverso una competizione oltre i la legalità, a discapito di lavoaranti sottopagati e spesso ragazzini minorenni, il nuovo colonialismo che impoveriti i mercati obbliga all’acquisto di altre merci che impoveriscono maggiormente lo stato che hanno derubato di materie prime, la dittatoriale azione dei mercati finanziariche stanno smantellando tutto ciò che passava con orgoglio sotto il nome di conquista civile, sociale : conquista della Resistenza. Vedasi problema delle pensioni e della sicurezza sociale. Ciò che questo grande vecchio chiede è di non lasciare correre, chiede di unirsie fare rete per agire insieme, proprio come fanno altre associazioni che comunque fanno riferimento alla Federazione internazionale dei diritti dell’uomo. Nel suo libro, sono circa trentadue pagine, Hessel invita con forza ad indignarsi ed è forse questo il fenomeno che ha permesso al libro di vendere circa 700.000 copie. Pur non potendo essere considerato un rivoluzionario, in quanto pacato esponenete della sinistra,ha prodotto quello che in molti chiamano risveglio. «Ha provocato il risveglio di un popolo, finora molto passivo», ha detto il suo amico e filosofo Edgar Morin. «Ha ricordato alla sinistra che deve essere ribelle, umana e ottimista»dice Harlem Désir, numero due del Partito socialista.Eppure nemmeno la sinistra francese sembra capace di sfruttare l’effetto Hessel come invece hanno saputo fare mlti altri svincolati dai partiti. Propongo una lettura del testo e del fenomeno Hessel di Monica Lanzoni per Tonalestate
Chi è Sptéphane Hessel
Nasce a Berlino nel 1917; nel 1924 la famiglia si trasferisce a Parigi e 13 anni più tardi prenderà la naturalizzazione francese. Nel marzo 1941 si rifugia a Londra, dove inizia a lavorare per il servizio segreto della Francia Libera, istituito dal generale De Gaulle, anch’esso rifugiato in Inghilterra allo scoppiare della seconda guerra mondiale, nel luglio 1940. “Greco” diventa il suo nome in codice per rientrare in Francia ed entrare in contatto con le reti clandestine parigine. Arrestato per la prima volta nel luglio 1944, viene torturato e mandato a Buchenwald. Riesce miracolosamente a sfuggire alla condanna a morte: scambia la sua identità con quella di un francese morto di tifo nel campo. Michel Boitel, questo da ora il suo nuovo nome, viene trasferito a Rottleberode, nel servizio contabilità. Evade, viene scoperto e mandato a Dora, dove tenterà nuovamente la fuga; le truppe alleate libereranno il campo di concentramento poco dopo. Stéphane Hessel riesce finalmente a ritornare a Parigi da sua moglie e i suoi tre figli. Spiega nel suo piccolo libro: “questa vita che mi è stata restituita, bisognava dedicarla a qualcosa”.
Monica Lanzoni
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Indignez vous!, Stéphane Hessel- Indigène Editions di Montpellier
euro 2,85
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Riferimenti in rete:
http://www.pocherighe.org/2011/02/01/stephane-hessel-indignatevi-della-mancanza-di-dignita-umana/
http://daseyn.blogspot.com/2011/10/stephane-hessel-indignatevi-della.html