L’eleganza del riccio – Muriel Barbery

Se un libro, una scrittura, attraverso le storie che riporta, i pensieri e le riflessioni che sottolinea, sollevandole dalla marea composta dai tanti, tantissimi pensieri e chiacchiere che anche noi facciamo, perché è da quelle nostre storie e vicende che queste scritte nascono, riesce a produrre  un’ondata di letture come questa, per allargare a macchia d’olio, e onde che il sassolino ha prodotto nelle nostre chiare acque, allora un libro ha un corpo tangibile, anzi è un corpo, tra i nostri. Ciò che poi ulteriormente rinfranca in questo caso è l’assenza di luci rosse, di storie che anche lontanamente abbiano a che fare con il sesso. Qui, piano piano, è una donna anziana, goffa, non certo bella, né dedita alla cura del corpo, portinaia di uno stabile e dunque non certo a tutti i costi trandy o alla moda, che mostra intera se stessa,  anche non mostrandosi palesemente, anzi preservando di sé quell’intimità che condivide solo, per affinità, con pochissimi. E una ragazzina, che filma la lettura profonda che quella donna le offre del quotidiano, è l’altra faccia di una società che tale non è, perché il collettivo è solo una egoistica, edonistica forma di individualismo senza relazione tra gli uni e gli altri eccetto rarissimi di casi di cui il caso ti propone i suoi esmplari magnifici, il vecchio nuovo inquilino giapponese con cui le due donne intessono una relazione, una nuova strana famiglia, perché composta da estranei che si ritrovano, senza altri legami che la necessità di vivere, condividendo i beni che la vita offre se solo li si accetta e li si accoglie. Tutto quanto manca ai nostri tempi, nella nostra società che corre verso una montagna di cose senza incanto, qui si fa tema di ascolto, di osservazione e ancora più nel libro che nel film, le riflessioni rallentano quel tempo che vorrebbero spremerci fuori, di corsa, senza che ci accorgiamo dei rifugi  che la vita ci offre se solo li guardiamo davvero.

f.f.- 8 settembre 2011

3 Comments

  1. L’ho letto in Francia, io sono di Marsiglia, anche se da un po’ abito in Italia perché ho genitori italiani. Bellissimo libro e fa riflettere sulle cose che ci capitano tutti i giorni e sempre non guardiamo con l’attenzione che meritano.Virginie

  2. ieri ho visto il film, ha aperto una porta come quella che la portinaia preservava dagli sguardi indifferenti, un bel “nascondiglio”intuisce la ragazzina, un mondo di libri a fare casa, compagnia, a tessere vicinanza
    poi arriva la relazione vera, quella fatta di gesti, di sguardi, dell’abbraccio vero
    leggerò anche il libro l’ho comprato e spedito per posta a mia madre

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