HUNG LIU
Mano mia, mano del vento e della neve, splendore di tutto quello che non ha vista e che riluce in ogni cosa che sfiori; cuore rabbioso del mio ventre, piega di cuore, rosso fragore che cuce silenzio a boato; ti scrivo dove sei, nel punto più lontano della vita che mi distende le braccia e dice che altro è il mio cuore, altra la bocca, il remo dei fianchi, altro l’odore battuto della rena.
Mia mano lucente, tu mi conduci dove non sono e sono, dove ha casa il bianco prima che diventi neve, dove la pietra è polvere e l’acqua si leva dalle piante col calore. Tu mi racconti che il bacio è un soffio che lega dolore alla gioia, come un cesto cucito dalle tue mani che io bacio, benedizione e pianto. Mia mano amata, ti porto con me in questa vita, che non ha peso, non strada, soglia, nome. Mia luce traversa, mi stendo come lava ai tuoi piedi: vado dove tu mi conduci, dopo me.
iole toini
HUNG LIU
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Questa notte, come in un ammutinamento, vorrei che tutti ascoltassero i passi della luna, quando silenziosa solleva germogli tra le onde mutandole in maree. Vorrei che finalmente si potesse costruire uno sciopero del dolore, dove incontrarci tutti quanti. Vorrei che scioperassero i rumori atomici,
delle centrali nucleari e delle navi da guerra. Vorrei.
Vorrei una catinella dove poter riporre tutte le stelle, in sciopero anch’esse e cadute in questa terra perché noi le raccogliessimo, per farne voci e pensieri illuminanti.
Vorrei che le fabbriche e gli ospedali creassero uno sciopero bianco
e dentro ci mettessero una salvezza permanente per tutti, tutti i bambini,
le donne e gli uomini di ogni età e paese. Vorrei che persino gli specchi si mettessero in sciopero, per poterci finalmente guardare gli uni negli occhi degli altri, in un volo qualsiasi di farfalle, o nell’apertura delle ali
degli uccelli, nel covo delle volpi, o nella gola delle montagne, nelle lancette di ogni orologio fermatosi nel sempre e, persino il dove e il quando,
si mettessero in sciopero perché la vita è, la vita è quest’attimo che dura in eterno se solo noi, tutti noi, vedessimo almeno una volta che siamo un seme,
un unico seme soltanto, sulla schiena di un’enorme formica, che cammina tranquilla, sull’orlo, in una voragine.
fernanda ferraresso
sei soglia e vento che accoglie
non amo molto le farfalle ma mi colpisce qui il loro viaggio e questo intreccio di voce che espande la luce estiva
grazie a entrambe
Elina
le parole sono farfalle che ci escono in continuo dalla bocca e attraverso la penna fanno della pena una luce piccola, forse un miraggio.
“ho la bocca piena di farfalle
e se apro la bocca
voleranno via tutte
e non ritorneranno neppure
se rimango a bocca spalancata
per una eternità”- Luigi Di Ruscio
la farfalla in poesia può avere molti significati per la sua breve vita…
Ma se vi chiedessi di scrivermi, di inviare anche a me la vostra corrispondenza, lo fareste? Voi lo vedete il mio indirizzo, qui, se vi capitasse, ne sarei lieto. Leopoldo B.