Cesare Marchesini
Nell’attesa ricordo a memoria Montale
Era rossa la casa dei doganieri
un punto su uno strapiombo di silenzio.
Esplodeva in corpo all’azzurro
come uno sciame di pensieri nati dal fuoco dai papaveri
ti ronza in corpo irrequieto come frammenti nel vento
e tu resti tra loro assorto in attesa che qualcosa si lanci
sbilanci il tuo inerte quotidiano
un vento una sferzata qualcosa dalle vecchie memorie
depositate come croste calcaree sulle rocce delle tue giornate
e i depositi di sabbie su quelle vecchie ossa dei suoni acque di tutte le nascite
e una eco nitida
tra le altre è il suono delle tue risate
vi si inietta come un tarlo festoso che si nutre della polpa
di quel legno di tempo
né lieto né finito
ma vivo di ricordi nati in altri universi e ancorati qui
in quest’ora di alberi che si profilano a banderuola
dentro il cielo e noi con le voci tra loro come matassine da ricamo
ci annodiamo gli uni agli altri come punti di quel solo
orizzonte senza capo né coda
che senza scampo non fugge mai abbastanza
da questa grande fusoliera di cielo
ambra in un lunga terra
di varchi verso l’infinito che la scorre.
f.f.- 12 luglio 2011
ora le voci, i respiri sono ancora più nodi e stringo queste immagini bellissime, un dono
Elina
“Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera: …”
Bel ricordo di Montale, cara Ferni, della sua ricerca del “varco”, del superamento della solitudine, dell’ aspirazione a un’ autenticità di vita che resta irrealizzata. Grazie, dmk
grazie Daniela, bello sentirti con un po’ di calma. Gran caldo da queste parti,ma una piccola scintilla di gioia rallegra, arriva da una nascita,Elina è diventata zia e …il varco con l’infinito si è per un attimo aperto e ha portato qui ARIANNA, mai nome è stato così carico di universo e mito. Bacio,ferni