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“Versi in memoria”
Stanotte ho vegliato fino all’alba
sul cuore dei Bambini
Intrappolati dalla guerra
Fu l’ombra del tuono
a svegliarmi nella notte.
Avevo mani bianche
e un aquilone azzurro
stretto tra le dita
Gli uomini in divisa
arrivarono col buio
spaccarono i vetri
rovesciarono mascelle all’indietro
salirono al piano di sopra
Strinsi la coperta per riparo
Le voci gridavano
bestemmiavano forte
(e io non capivo)
serrai a pugno le mani
e spezzai l’aquilone di carta
quando il soldato in divisa
mi piantò lo scarpone
infangato sul petto
*
Alcuni istanti nascono infiniti
guardandoci sepolti
oppure addormentati
Perché le notti tornano
intimorite al buio
quando gli aquiloni
rimpiangono i bambini
Ci sono storie
dentro pianti assenti
bambini senza volo
che mai racconteranno del mattino
Maria Pina Ciancio
*
[Nell’ultimo decennio oltre 2 milioni di bambini sono morti a causa di conflitti armati 6 milioni sono rimasti disabili o gravemente feriti, più di 1 milione orfani o separati dalle famiglie, mentre ogni anno tra 8.000 e 10.000 bambini vengono uccisi o mutilati da mine e ordigni inesplosi- Rapporto Unicef 2007]
Relativamente al video:
L’infanzia negata dalla guerra -videopoesia di Maria Pina Ciancio –
“Versi in memoria”- recitazione Maria Pina Ciancio e Elide Fumagalli, realizzazione Marina Minet, fotografia Roberto Schaefer, Dana Vávrová, Joseph Vilsmaier, Sigur Rós, Riceboy Sleeps, musica Eleni Karaindrou- una produzione nuoviautori.org
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L’impronta del mattino è il silenzio.
La posa del domani accadrà
Nel palmo della mano risanato
Vi attende il selciato, non lontano.
I piedi scalzi ancora da pestare
E grappoli di strette
Sbiaditi allo svanire transitorio
Le spine inflitte accresceranno il petto e il grembo.
Saranno grani e pertiche
in fila da scalare rialzandovi già grandi
Con pesi da trainare fertili e orientati al clima mite
Sono infinite le ore che aspettano il ritorno.
Gli sforzi da fruttare insegnamento
Senza giochi né segreti da giurare;
Solo un lamento, oggi,
Uno strascico che cerca e trova mura
Strofinate dove il vento non ricorda
E soffia incerto
Dov’è che il tempo vi trasporta.
Dov’è che il grigio trascrive l’avvenire
Scrostando ogni ferita piaga incisa
Per il volto d’ogni madre accovacciata.
Svolterete i graffi prima del tramonto,
i viali e i portoni in mescolanza.
Sarete foglie di ritorno
Affidando all’inverno la gelata
Verrà lo scudo dei sogni a incitarvi.
L’orgoglio materno a svegliarvi lo sguardo.
Sarà come un polso trafitto – l’attesa.
Un artiglio impietoso da sfare
Per la festa dei giorni a venire
Le ore buie tutte,
Le labbra infreddolite fra le braci,
Gli sguardi d’oltre mare cementati,
I mitili scheggiati da ingoiare,
Gli odori rovesciati nati vacui
E il ceppo ancora intatto stretto ai nodi
Sveglio d’umana crudeltà:
Saranno le Falci del domani
E il coraggio da plasmare consolante
***
Dove dormono i bambini che colmano le mani
Prima d’ogni sogno risvegliato.
Dove spendono le labbra
Sorte vaso e ciminiera
Con le spalle curve altalenanti
Dove aspettano la sera
La scomparsa dei malvagi intrusi e ciechi.
Dove cercano le chiavi e i volti amati
Fermi all’alba di una fine data inizio
Riferirà la botola in giudizio – murando gli avvoltoi –
Rinchiusa al rimpatrio che sarà
Dall’indice di Dio senza pietà
Marina Minet
Relativamente al video : videopoesia di Marina Minet – Morte Verità dedicata al sito http://www.troviamoibambini.it/ prodotta da nuoviautori.org – Interpretazione Cinzia Toninato – musica: Andrea Galli ispirato da un tema di – John Tavener – arrangiamento orchestrale ed esecuzione Andrea Galli – fotografia Metallica – montaggio Minet
Infinitamete grazie Ferni per questo un dono “doppio” e inaspettato… e per aver annodato le trame poetiche di queste videopoesie in ricordo dei bambini. Mapi
Ringrazio anch’io per questo grande dono… è la prima volta che noto la combinazione dei testi in assonanza. Grazie a te, Ferni*
Teresa
grazie a voi,Mapi e Marina, che avete dato a me la possibilità di ascoltare due testi di grande valore,carichi di umanità, senso della compassione,diffcile ormai da incontrare, oltre che di rabbia per ciò che sembra essere indistruttibile nell’uomo, quel senso d’onnipotenza che lo conduce in armi alla guerra,senza più retto giudizio.ferni