bill viola
senza accorgersi che dentro e intorno esplodono
non sono muri o case le parole non sono pane
e serve acqua a fiumi per irrigarle e oceani di ascolto
per rovesciarne tutte le erbe nel campo della vita.
Serve aprire il solco e stenderci la mano per deporre in chiaro
il seme che dentro sé ha già la luce
per questo trova la via per germogliare.
La sua piccola morte è la scrittura profonda
il testamento di cui ciascuno ha un lascito di futuro.
A cuore aperto resta misterioso il cratere che freme
in ogni parola
quando dalle sponde o del centro raggiunge luoghi lontani
in ciascuno di noi remoti.
Si alza si comprime resta nell’aria di un respiro
il lieve movimento di una foglia
staccatasi dal ramo per quel seme
un brivido del tempo
in una stagione filata da una primavera all’altra
secondo codici di alt(r)o linguaggio.
Docile sul fondo e nel ventre
nella stessa sostanza trovano insieme un unico fiato
un respiro che mormora
i discorsi fidati della pioggia
il tramonto che infiamma lo spazio in un tempo che ci affila.
Costruire parole è come rovesciare i legni dell’arca
e trovare che sono le radici che mancano
il senso del viaggio la profondità di una vita
che resta allacciata
intera.
*
f.f.- inedito 2010
Mio dio! Non so come sono capitata a leggere queste pagine! Sono di una bellezza imbarazzante!!! Accidenti! Grazie!
Ringrazio per la visita e spero di averla ancora tra i nostri compagni di viaggio. Una domanda:trova davvero imbarazzante la bellezza? A me offre una sensazione di ampiezza, di agio e sto parlando in generale, non relativamente a qualcosa di specifico.Mi piacerebbe lei mi spiegasse. A presto, mi auguro. ferni