di(f) forme e ti sfilano davanti.
Inchiodano, quadri e cornici, un tu in fuga
tu riverso doppiato e doppio
nell’improvvisazione esteriore di un altro te stesso.
Una pietra l’esterno il tuo essere là fuori
in un circuito reale di parole con cui ti atteggi ti reggi
ti relazioni mentalmente con chi tu stesso hai inventato
l’occasione improvvisata.
A nudo l’ impulso nei sensi e rigido
giù affogato più dentro segregato il cuore
che nel battito vorrebbe ancora dare
un nome alle ombre e guidarle guarirle forse
sconvolgendo il tetro
questo inutile teatro del mondo.
Tutto ciò che agisce è crudeltà
e tutto è spettacolo dell’azione
materia gli antichi conflitti
Con rigore implacabile
una determinazione irreversibile
l’assoluta crudeltà del caso si fa rigore cosmico
è un turbine la vita e ti squarcia con le sue tenebre
recapitando ineluttabile dolore come una necessità
e tutto ha inizio.
Vedere è una trances
sottile s’insinua dentro il corpo
ne fa’ scena vìola i consueti sentieri dei sensi
dove a fatica s’inerpica una parola
e tra il sogno e ciò che accade prende posto chi guarda.
Pasqua è questa cerimonia del doppio il lume
è uno spettro modellato su una memoria sopita del cuore
dove si accasa l’oscuro e dura
durevole pesa ogni ansia ogni tensione
là dove si crea l’attimo
là dove si cede al sogno di poter cedere noi
di poter credere di esorcizzare i demoni
che nel segreto ancora vogliono sfuggire.
gli altri video si trovano qui
è una netta presa di posizione questo testo e le immagini a corollario, per fortuna esiste ancora qualcuno che pronuncia parole chiare. Corsini G.
penso che se ciascuno, dal proprio posto, rendesse esplicita la sua scelta e agisse di conseguenza, non servirebbe molta fatica a cambiare. Sono i cedimenti a ritardare il cambiamento.Grazie.fernanda