“Quanta verità può sopportare, quanta verità può osare un uomo? Questa è diventata la mia vera unità di misura, sempre più” (Nietzsche)

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e ancora, per farsi un’idea di cosa è oscurato in Italia si può leggere qui:

http://www.casadellalegalita.org/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=751

e qui:

http://www.fidra.org/download/FIDRA2009CS.pdf

e ancora qui:

Oil – Massimiliano Mazzotta

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Fulminato sulla via del mare. Massimiliano Mazzotta turista continentale in vacanza in Sardegna, invece che farsi rapire dalla bellezza incontaminata dell’Isola, rimane colpito da ben altro: un’enorme raffineria nel bel mezzo della costa sarda. E non c’è da stupirsi, non riusciamo ad abituarci noi sardi a questa visione e certo non poteva rimanere indifferente un osservatore attento come Mazzotta.

E’ un film documentario sulla ‘Saras’ di Sarroch (CA), di proprietà della famiglia Moratti, e delle altre industrie che le sono nate attorno in un tessuto in precedenza agro-pastorale. La visione si apre con documenti d’epoca che, in toni da villaggio turistico, presentano la nuova raffineria come la nuova frontiera del progresso e della modernità che farà uscire definitivamente la Sardegna dall’arretratezza nella quale si trova. Oggi sappiamo che l’idea di creare un nuovo tessuto sociale ed economico a partire da quelle cattedrali nel deserto ha fallito, non si è creata una Sardegna industriale muovendo da quei siti irrimediabilmente slegati dal contesto sardo. Allora non si sapeva ancora.

Si prosegue con l’oggi, la realtà della raffineria, ci sono interviste agli operai e ai dirigenti aziendali, ai Moratti e agli abitanti di Sarroch. Le cose che si dicono dalle due parti sono ovviamente diverse. C’è una realtà di degrado ambientale, di malattia e di morte che viene a galla dai racconti degli operai e di chi vive e lavora in quelle zone e dai dati scientifici dei ricercatori dell’Università di Firenze guidati dal Prof. Biggeri.

Contestualmente scorrono le immagini dei Moratti che, nell’anniversario di fondazione della Saras, snocciolano i dati del loro successo, pare refrattari alle conseguenze di questo successo. L’effetto è molto forte, la distanza tra questi due mondi sembra incolmabile. Il corollario, come detto, è una realtà dove nessuno muore più di vecchiaia.

Alla presentazione cagliaritana del film era presente un pubblico attento ed emozionato, tant’è che si è dovuta organizzare una proiezione extra, per far fronte alle numerose richieste. In quella occasione Antonio Caronia, docente di comunicazione all’Accademia di Brera, ha fatto brillantemente notare che non è un film contro la Saras o contro i Moratti.

Si presenta, non senza capacità cinematografiche, una situazione reale, con contributi da una parte e dell’altra. Il compito del film è quello di stimolare la discussione, non dare giudizi. La discussione ne viene stimolata indubbiamente e i giudizi che se ne danno non possono che essere ottimi. Un montaggio molto efficace mantiene l’attenzione vivissima ed è impossibile non restare colpiti da quanto si vede e si sente. Forse per un sardo è ancora più doloroso, una ferita aperta alla quale si torna malvolentieri, per non risvegliare il dolore. Ci voleva un continentale, hanno fatto notare dal pubblico in sala, per accollarsi questo compito.

Il film sarebbe piaciuto a Francesco ‘Cicitu’ Masala, grande poeta sardo recentemente scomparso, autore de ‘Il dio petrolio’ proprio su queste tematiche, che non aveva esitato a definire la raffineria una ‘catastrofe antropologica’.

Ivo Murgia

Fonte: www.supergacinema.it

http://www.scribd.com/doc/12381059/Il-Parroco-Di-ArasoleIl-Dio-PetrolioF-Masala

NOTA:  a programmazione avvenuta, i legali della Saras hanno scritto al Festival richiedendo l’annullamento del programma di proiezione del film, ritenendo lo stesso lesivo dell’immagine
e della reputazione della società stessa e perché, a detta dei legali, non sarebbero state rilasciate autorizzazioni per l’utilizzo di alcune immagini. I legali hanno scritto a FIDRA
dicendo di avere proposto davanti al Tribunale di Cagliari domanda giudiziale diretta a fare cessare la diffusione del film. Il Festival ha comunque richiesto ai legali della Saras
di proiettare il film, dando la possibilità di un contraddittorio davanti al pubblico tra i responsabili della società e il regista Massimiliano Mazzotta. Ad oggi non è pervenuta alcuna
risposta. Visto il contenzioso in corso, il Festival, in caso di diniego da parte della Saras, si riserva di attendere la definizione del contenzioso stesso, ripromettendosi, in caso
di un riscontro positivo da parte della Legge, di proporre il film in data futura. Il regista Massimiliano Mazzotta è comunque invitato al Festival per parlare della produzione
del suo film e i responsabili della Saras sono invitati per parlare della vicenda.
*

Altre proiezioni del festiva  (cortometraggi)

– Energy Hunter – Cacciatore d’energia

dello spagnolo Albert Arizza e l’animazione Spektr

– Things that go bump in the night – Cose spettrali che

saltellano nella notte

del danese Thomas Pors.

Due documentari:

– Cry sea di Cafi Mohamud e Luca Cusani

– Anno 2018: verrà la morte di Giuliano Bugani e Salvatore Lucchese. Ambientato fra l’Africa el’Europa, Cry sea ci racconta come in Senegal ogni giorno 500 pescherecci europei ipertecnologici rastrellano il mare raccogliendo tutto il possibile mentre i pescatori senegalesi
pescano quello che rimane che non basta per sfamare 600.000 persone. I mari europei sono ormai svuotati e così l’Unione Europea ha siglato accordi con i paesi africani per pescare nelle loro acque territoriali. Gli esperti dicono che tra dieci anni in Africa si arriverà alla situazione europea e ci sarà una catastrofe umanitaria. Anno 2018: verrà la morte è un film sull’amianto, minerale naturale fortemente cancerogeno. Sino ad oggi sono centinaia di migliaia le morti in Europa causate dall’esposizione all’amianto e il numero è destinato a crescere. Prima di scoprire la triste eredità dell’amianto dovremo attendere trent’anni, forse quaranta. Il picco delle morti da amianto è previsto per il 2018.

– L’Italia chiamò di Leonardo Brogioni, Angelo Miotto e Matteo Scanni

– Murgia fenomeno carsico (3° episodio) di Cosimo Terlizzi
– Fratelli di TAV – effetti collaterali del treno ad alta velocitá di Manolo Luppichini, Claudio Metallo.

L’Italia chiamò racconta la storia di quattro militari italiani che si sono ammalati di tumore dormendo nelle caserme bombardate con proiettili all’uranio impoverito;  mentre Fratelli di TAV – effetti collaterali del treno ad alta velocità è un sorprendente reportage realizzato in giro per l’Italia sugli effetti collaterali della più grande opera italiana.

Altri riferimenti in rete:

http://mere2.wordpress.com/2010/03/25/petrolio/

6 Comments

  1. profondo segno, Fernanda.
    bisogna anche nominare chi ha sollevato il ‘problema’.
    questa morte lenta che ci appartiene.
    api

  2. Ho aggiunto anche il tuo link, relativo a qesto stesso problema. Chi legge può farsi un quadro completo. Ciao Api,f

      1. scegliere è la premessa per agire sapendo con chiarezza quale è l’obiettivo da raggiungere. La rete , in sé è come aria che galleggia sulle nostre teste, serve chiarezza dentro la mente, negli occhi e nelle proprie azioni.

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