Salvatore Di Marco, Cu rimita menti, Palermo, 2010.
Nota-
Cu rimita menti intitola una silloge di 39 poesie, suddivise in tre sezioni indicate con semplici riferimenti temporali lungo più di vent’anni; e l’ultima di queste, in cui il tema guida del viaggio solitario si conclude nella compagnia de “lu Signuri”, avvertita in un filo di tramontana.
Tutto un periodo della vita è inciso nella brevità dell’insieme, dei versi, delle singole liriche – anche quando tendono alla canzone – nell’asciuttezza della parola, dei suoi legami con la natura delle cose, dei luoghi, della mente anche o soprattutto se dubita e s’interroga; del sentire.
A mano a mano che si procede con la lettura, la poesia sgorga da ogni parte del testo, il mondo poetico si anima e l’essenzialità del dettato si rivela in profondità di canto.
Il poeta si muove tra scorci di paesaggi consueti, silenti o attraversati da uno spirare che li porta a confronto e sintesi con l’immaginazione riflessa e la voce interiore, fino alle radici del dolore e al rapporto con l’altro, specialmente evocato nella serie dei conativi.
L’accessibilità della lingua, in un dettato che non può non richiamare il volgare illustre delle origini della nostra lirica, rende la lettura un piacere disteso ed intenso.
Luigi Bressan- Codroipo, 27 febbraio 2010
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penso che sempre, i testi, abbiano o possano avere più di una lettura e da ciascuna si generi più di una visione,l’una e l’altra apparentemente lontane. Sempre, c’è una terra in cui ha casa la nostra interiorità ed è quella, e a quella, che noi apriamo lo sguardo, una fines-tra. Grazie Gigi per la presentazione,ferni
“Il poeta si muove tra scorci di paesaggi consueti, silenti o attraversati da uno spirare che li porta a confronto e sintesi con l’immaginazione riflessa e la voce interiore, fino alle radici del dolore e al rapporto con l’altro, specialmente evocato nella serie dei conativi.”
Penso che dovrebbe essere questo il movente di ogni ricerca ed elaborazione poetica, o artistica, oltre al tentativo di superare persino questa soglia per trovare ciò che può essere utile, nel viaggio, a superare la tragedia del vivere. Grazie.Sandro