perché non volevo mi toccassero
non volevo sentissero la corrente
ho lampi che mi sbrecciano le ossa
compassi nel fiato.
Mi sono messa in gabbia
per restare dentro me stessa
non volevo fuggire l a m o r t e
da subito lei
consapevole di ogni mutamento.
Quando me ne stavo distante
non era chiara abbastanza la vita
intendo l’amore le cose per cui si muore.
E capita ogni giorno, ogni momento ci si separa
principalmente da se stessi
quei dati
in forma di cifra. Zeri di anagrafi
numeri nel cielo del d i s a g i o
per questo starsene accampati
tra un giorno e l’altro
senza attendere senza attenersi alla figura
di quella costellazione illuminante che in noi
decade la sostanza res(t)a
prima e dopo l’unica forma dell’essenza.
Grazie per questo video, mi fa stare un briciolo meglio e mi ha ricordato che anche se ora sto soffrendo tremendamente devo lasciare entrare le altre persone nella mia vita non creando barriere e soprattutto tentare ancora di combattere quelle che trovo come impedimento. Per tanto evitavo l’amore ed ora che lo vivo soffro ma mi sento di nuovo vivo.
non mi riferivo alla relazione amorosa in questo testo, anche se può fare parte, come le altre, alle relazioni che ognuno di noi ha con il mondo,la cultura, gli altri.Pensavo alle barriere della razza, delle ideologie,religiose, quelle che, fino ad oggi, comprendendo il presente, dividono le persone, le popolazioni,producono conflitti, inducono bisogni e non risolvono le precedenti necessità, anzi le gonfiano a dismisura incrementando i debiti dei poveri.ferni
le barriere di cui parli sono muri costruiti nella gente, dalla società, da esperienze mal recepite e ogni rapporto è amore. Quelle persone decidono di privarsene perchè l’odio è costringersi a soffrire. L’intollerenza è ignoranza, non va compatita ma va combattuta con la cultura, con gli esempi positivi che ci circondano. Un premio nobel alla pace al capo di una nazione guerrafondaia può portare la pace nel mondo?
penso che ciascuno, ogni persona, debba riprendersi la cura e la responsabilità di e per se stesso, ciò che si chiede, ciascuno deve essere pronto a dare e, credo sia necessario,ci si deve rendere conto di dove noi siamo e di cosa significhi avere un potere che non governa nulla di proprio.La terra è un pianeta, non un territorio di conquista e le sue rivoluzioni sono rotazioni necessarie, non speculazioni,di nessun tipo, sono economie cosmiche, se noi riuscissimo, anche in minima parte a rendere questi equi-libri nelle relazioni tra di noi e nell’uso delle tante scorte a disposizione di tutti forse non ci sarebbe più bisogno di codici, basterebbero le leggi a cui sottostanno i pianeti.f