Obbligavo mia madre a leggere, più e più volte, il testo delle poesie che nonna mi regalava sapendo quanto piacere provavo ad ascoltarle e poi, a mia volte, ridirle a lei, che pendeva beatamente dalla mia bocca ingenuamente impertinente. Avevo quattro, cinque anni e tiranneggiavo la mamma anche se non aveva molto tempo da dedicarmi. Solo la sera, prima di andare a letto, riuscivo a convincerla a dedicarmi più tempo. Davanti alla stufa, nel caldo della grande cucina di casa, ancora con il profumo del cibo appena consumato, inforcava gli occhiali e leggeva. Leggeva fino a quando crollavamo dal sonno, mentre pensavo che, anche nel sogno, lei continuasse a leggere visto che al mattino, quando mi svegliavo, sapevo a memoria le parole che doveva avermi deposto dentro, di notte, insieme ai grilli, molti allora che mi giravano in testa, che mi cantavano nella bocca. Così almeno mia madre diceva.
Ascoltare la poesia, non leggerla, è come ospitare la sua molteplice esistenza, quella del poeta che l’ha scritta, quella del lettore che la porge sporgendosi dal silenzio, quella propria di ospiti e anche quella del luogo che la con-tiene.
Ascoltare Luigi Bressan leggere le sue poesie, nella quiete di casa, è stato come ampliare lo spazio, costruendo una stanza ospitante comune, scaldata dalla parola senza artifico, senza enfasi e teatralità, come aprire la madia e condividere quanto la vita offre con semplicità maestra.
f.f. – 4 novembre 2009
Ce maravée!
E che sorpresa ascoltare questi versi pronunciati dalla voce di Gigi Bressan : del legno la ruvida porosità, del fuoco il calore e dalla combustione, il crepitare di versi che fumano verso la cappa e convergono in un comignolo di memoria.
Ma questa immateriale consunzione è racchiusa e protetta dalla pietra dell’architrave e dei piedritti che conferiscono peso a versi che sprofondano nel terreno dell’anima come fondamenta di una casa, solida, sicura ed eterna perchè racchiusa nel cuore.
Mandi, grazie e viva Codroipo!
alb.
Che bello, caro Gigi, guardarti, placido nella poltrona beige imbottita, ascoltarti, ascoltare questi versi che sanno di cose vere, vissute, di vento e fiamme, di gente e pioggia; tutto come se fossimo in contatto, io e te, in contatto web-cam e tu stessi raccontandomi qualcosa con la grazia e la gentilezza che è il tuo dono. Grazie, di cuore. Fabio
Luigi Bressan è un autore che, anche a causa di un’incantevole discrezione, non è stato ancora valorizzato come merita: speriamo che oggi, attraverso questi nuovi mezzi di diffusione della parola poetica, sia data la possibilità a molte altre persone, oltre a noi che già lo conosciamo e stimiamo da tanti anni, di sentire la sua voce, la voce di un vero poeta, oltre che di un grande uomo. Ivan Crico
Gigi, che emozione ascoltare a casa mia la tua bella voce!
Qualunque sia la lingua che usi, sempre dici cose vere, che si possono capire e sentire, perché appartengono all’esperienza e alla sensibilità.
Sono un po’ imbranata con Internet, ma devo ammettere che è un dono notevole essere raggiunti con questa facilità da parole che non si dimenticano. E poterle risentire quanto si vuole…
Grazie. Marina