DIETRO LE PORTE CHIUSE NESSUN MI(NI)STERO

solo uomini piccolissimi che giocano a fare della terra lotti e lotterie e con la pelle e il sangue degli altri  cuciono la propria porpora, la propria gloria, dinastie di clientele,  monopoli di appaltati interessi, appartate speculazioni su pubbliche risorse. E ormai nulla è celato, sfrontatamente tutto si celebra con riti di religioso autocompiacimento, in patinate copertine di giornale o nelle farse giornalistiche dei media asserviti a tal fine. Un lucroso itinerario che evade l’erario e con leggi a guisa di  leggii, su cui poggiano ampie le terga, nessuno, di quelli chiamati a tali uffici, per nepotismo e parentela, per inadempienza si scolla. Brutto affare matura in tutte le piazze, e la terra tace, sembra che dorma, sembra che di quelli a cui la pelle non basta più sulle ossa, abbia una voce abbastanza forte per dire quanto accade.

M’è tornato alla mente lui, Peppino Impastato, che di voce ne aveva un filo forte, capace di tenere insieme vita con morte. E insieme a lui Guido e Pino che della sua forza dicono con schiettezza. Li poso  tutti in questa stanza di memoria come una luce dentro la notte, come una lingua che non incrosta la parola e  la corruttela non  ne arrugginisce l’energia.

f.f.

E venne da noi un adolescente

dagli occhi trasparenti

e dalle labra carnose,

alla nostra giovinezza

consunta nel paese e nei bordelli.

Non disse una sola parola

nè fece gesto alcuno:

questo suo silenzio

e questa sua immobilità

hanno aperto una ferita mortale

nella nostra consunta giovinezza.

Nessuno ci vendicherà:

la nostra pena non ha testimoni.

*

Appartiene al tuo sorriso
l’ansia dell’uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un pò d’attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.

*

Lunga è la notte

e senza tempo.

Il cielo gonfio di pioggia

non consente agli occhi

di vedere le stelle.

Non sarà il gelido vento

a riportare la luce,

nè il canto del gallo,

nè il pianto di un bimbo.

Troppo lunga è la notte,

senza tempo,

infinita.

Peppino Impastato

.

Pino Manzella- Comizio di Peppino Impastato


.

Peppino ti ricordi quando

mi hai aiutato a fare

la trasmissione su Fausto e Iaio

tu sapevi usare sempre le parole giuste

per ricordare che il potere

ha già fatto molti morti.

Hai pure voluto ricordare l’anniversario

di Pinelli, di Sacco e Vanzetti

hai sempre pensato a Francesco

a Walter, a Giorgiana, a Mauro

e a tutti gli altri compagni

morti di Stato.

Ora ti aspetto per pensare

anche a te

perchè non è vero che sei vivo

ma siamo noi che moriamo

sempre più dopo le vostre morti.

Guido (maggio 1978)

*

Oggi hanno deciso

che sei stato ucciso.

Per tre mesi

ti hanno trattato

da terrorista,

suicida

per i più generosi. Oggi

ero quasi allegro,

soddisfazione amara

saperti accettato

morto ammazzato.

Pino Manzella (09.11.78)

*

Riferimento:

http://www.peppinoimpastato.com

13 Comments

  1. non arruginisce la memoria, ferni, se la si coltiva.
    se le si dà aria come fai, annodando il filo di altre parole
    e, come di consueto, passo e porto via….grazie! api.

  2. “stanza di memoria ”
    e come tutte le stanze bisogna pulirla, rinfrescarla, adornarla con fiori freschi, abitarla ogni giorno

    questo mi diceva Franco l’amico di mio padre e tu Fernanda hai letto quella piccola storia
    ci sono segni che ci appartengono per sempre

  3. è una dote o una dotazione,la memoria è un abito o un’abitazione, la memoria è viva o vitale, in ogni caso dovremmo porvi attenzioni poiché c’è chi intorbidisce le sue acque. Ciao Elina,grazie,f

  4. Ciao fernirosso, mi fa piacere che si parli di Peppino e di porte chiuse.Per me erano finestre chiuse. Se vai in equilibriarte alla galleria “Sicilie” trovi qualcosa (ovviamente nel mio spazio)

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