Si svolgerà a Sarajevo, fino al 27 settembre, l’ottava edizione di Incontri internazionali di poesia. Organizzata dalla “Casa della Poesia” di Sergio Iagulli e Raffaella Marzano, con la collaborazione dell’Ambasciata italiana a Sarajevo, è dedicata ad Izet Sarajlic, poeta originario di Sarajevo scomparso nel 2002. Partecipa a questo incontro anche un poeta noto per un’altra guerra, quella contro i soprusi sul lavoro, le tante morti taciute nei cantieri. Mi riferisco a Ferruccio Brugnaro, una voce che ha ripetuto con chiarezza e senza paura quanto accadeva dietro i portoni e i cancelli di Porto Marghera. Ricordo quando passavo in treno, ogni mattina insieme con i pendolari, in mezzo a quei luoghi. Mi sembrava che la schiavitù non fosse finita e che quelle facciate imponenti, spesso erano colossi, non fossero altro che fortezze, galere di veleni, da mantenere in cambio di un salario e di una casa pagata caramente prima con il lavoro poi con gli interessi da pagare alle banche a cui chiedere il mutuo, oppure costruite in economia, alle periferie dei quartieri dove poi altri colossi, Gescal o Iacp, avrebbero costruito ancora sfruttando quelle braccia in un volano che inghiottiva tutto.
Oggi la guerra non è cambiata, anzi si è fatta più aspra, si parla sì di violenza, con lo scopo di spargere paura, ma si tacciono i “delitti”subiti nei cantieri, nei luoghi di lavoro o, se viene sollevato lo sguardo, subito viene oscurato.
Verde e ancora verde
C’è una casa a Portomarghera
sotto le ciminiere
che un uomo
e un ragazzo
dipingono e ridipingono
continuamente.
Una volta lo fanno verde intenso
una volta verde chiaro
una volta verde
luminoso
che si vede anche
di notte
da molto lontano.
Non si stancano mai
la fanno verde
e ancora verde
e poi verde
come il colore dei prati
come il colore degli alberi.
La fanno verde lucida
certe volte
come un sogno
straziante
tra gli sputi neri
delle fabbriche.
L’aprile è scomparso da Portomarghera
la primavera
è morta
c’è solo
questa minuscola casa
che un uomo e un ragazzo
dipingono
e ridipingono
instancabilmente
tra canali di catrame
tralicci
bufere di polveri
micidiali
su ogni
germoglio
su ogni
segno
dolce
di movimento.
*
L’ho sentito implorare con durezza
L’aria oggi puzza di uova marce
è infetta
di tetraetile idrocaburi
catrami.
Ho raccolto dal cemento ora
un minuscolo uccello
rosso grigio
tutto tremante
ha gli occhi quasi chiusi
e il becco pieno
di schiuma verdastra.
Forse ha mangiato
qualche granulo
di zolfo
forse qualche altro veleno
terribile.
L’ho sentito implorare
la mia mano
con durezza
l’ho sentito piangere
a dirotto
come un cielo
scrosciante
senza nessuna
risposta.
Dentro la mia mano
ho toccato con ampiezza
in silenzio
tutto il dolore
lo spegnersi
e il vivere
straziante
inesorabile.
Mi è stata gettata nel profondo
oggi
una domanda d’amore
di luce
che non può essere
nascosta da nessuna
parte.
Ho scoperto oggi
tutto un mondo.
di uomini fiori animali
ho scoperto
resistenze
tenacie
gioie segrete e pazze
che non si sottometteranno
neanche se bombe e missili
cadranno
da tutte le latitudini
più fitte
della neve
delle notti
d’inverno.
*
Tutti assolti al processo
per le morti al petrolchimico
Lavoravamo tra micidiali veleni
sostanze terribili
cancerogene.
Non affermate ora
furfanti
ladri di vite
che non c’era alcuna certezza
che non c’erano legislazioni.
Non dite, non dite che non sapevate.
Avete ammazzato e ammazzate ancora
tranquilli indisturbati
tanto
il fatto non sussiste.
I miei compagni morti non sono
mai esistiti
sono svaniti nel nulla.
I miei compagni operai
morti
non possono tollerare
questa vergogna.
Non possiamo sopportare
questo insulto.
Nessun padrone
nessun tribunale
potrà mai recingerci
di un così grande
infame silenzio.
Questo carico di morte
La morte in questi giorni
non ha limiti.
La fabbrica ingoia la vita
nella più totale indifferenza.
Morte e solo morte.
7 operai bruciati lo scorso mese
alla Thyssenkrupp
2 asfissiati stanotte anche
a Porto Marghera
nella stiva di una nave.
Tutti i giorni
tutti i giorni
giovani vite
stritolate schiacciate cadute…
Il sole tanto amato è lontano.
Chi fermerà mai questa guerra?
Chi smaschererà il pianto generale
su questa strage?
Non certo la devozione esasperata
al prodotto interno lordo
alla corsa illimitata alla produttività
al profitto.
Non tornerà indietro tutto questo carico di morte
non tornerà indietro questa immensa solitudine.
*
RUFFIANI DELLA GUERRA
Il fungo intanto sale.
La morte intanto alza la voce
pesante,
schiacciante.
Il vostro amore non l’ho visto.
Bisogna opporsi, opporsi
mattina e sera.
Il vostro amore non lo sento.
Bisogna esserci, esserci
con tutta la carne
e con tutta la vita.
Ruffiani della guerra.
Ruffiani della morte.
La vostra pace mi terrorizza
la vostra pace è bugiarda
e ladra
la vostra pace divora
anche la notte
la vostra pace
non la voglio, non la voglio.
*
DEVONO UCCIDERE
UCCIDERE
Sono in cassa integrazione
da più di un anno.
Credevano di cacciarmi
di allontanarmi
di finirmi per sempre.
I padroni non dimenticano
devono vendicarsi
devono uccidere
nel profondo.
Non vi dico quanto sia fredda
la loro mano
quanto sia divoratore
il loro sguardo.
Credevano di disfare i miei pensieri
le mie azioni
il mio corpo.
Sotto un cielo tutto in pezzi
erano sicuri
di stendere come stracci
la mia forza
la mia volontà
la mia lotta.
I giorni inflessibili duri
che ho messo insieme
uno su l’altro con fatica
con molto silenzio
in quest’anno
hanno retto, stanno reggendo
sbalorditivamente.
I padroni
bruceranno
bruceranno
dentro il loro odio
ai piedi di questa muraglia
cresciuta segretamente
sotto un sole tormentato
e dolce
bruceranno
bruceranno
fino all’ultimo
contro
queste grandi dighe
tra queste verdi
montagne.
*
Note sull’autore:
Ferruccio Brugnaro, operaio a Porto Marghera dagli inizi degli anni Cinquanta, è nato nel 1936 a Mestre, è autodidatta e vive a Spinea (VE). Ha fatto parte per molti anni del Consiglio di Fabbrica Montefibre-Montedison, ed è stato per decenni uno dei protagonisti delle lotte del movimento operaio. Con il 1965, Brugnaro comincia a distribuire nei quartieri, nelle scuole, fra i lavoratori in lotta, i suoi primi ciclostilati di poesia, racconti, pensieri. È uno dei primi in Italia a diffondere la poesia in forma di volantino. Tra i murales di Orgosolo si possono leggere sue poesie scritte ancora negli anni Settanta. I suoi lavori sono apparsi su molte riviste. Parte degli scritti, tirati al ciclostile e diffusi come volantini, sono stati raccolti dall’Editore Bertani e pubblicati nei volumi: Vogliamo cacciarci sotto, 1975; Dobbiamo volere, 1976; Il silenzio non regge, 1978. Nel 1977 un gruppo di sue poesie è stato musicato dal cantautore Gualtiero Bertelli. Brugnaro è presente in numerose antologie, tra cui Il pubblico della poesia, Poesie e realtà, Scrittori e industria, Centanni di letteratura, Poeti del dissenso, L’altro novecento. Con altri lavoratori, nel 1980 dà vita a Milano ai quaderni di scrittura operaia abiti-lavoro. Nel 1984 esce Poesie per conto della Cooperativa Punti di Mutamento. Nell’ottobre del 1990 vengono fatti affiggere sui muri di Venezia e di Mestre oltre cinquecento manifesti con una sua poesia contro la guerra. Lo stesso manifesto nel gennaio del 1991 è stato affisso sugli spazi pubblici di Roma. Nel 1993 esce il volume Le stelle chiare di queste notti, Editore Campanotto. Nel 1996 su Viceversa, una rivista di Barcellona, appare un gruppo di suoi testi poetici con traduzione in spagnolo di Carlos Vitale. Nel 1997 undici sue poesie, tradotte in inglese da Kevin Bongiorni e Reinhold Grimm, vengono incluse nel n. 29 di Pembroke Magazine, una pubblicazione internazionale dell’Università del Nord Carolina. Nel 1998 esce negli Stati Uniti, per conto della casa editrice Curbstone, Fist of Sun, un volume antologico della sua produzione poetica con traduzione del poeta americano Jack Hirschman. Nell’ultimo decennio sue poesie sono state pubblicate anche in Germania e in Inghilterra. Nel 2002 appare in Francia, a cura dell’editore Editinter, il testo antologico Le Printemps murit lentament nella traduzione del poeta Jean – Luc Lamouille e in Italia l’editore Campanotto pubblica Ritratto di donna. Nel 2004 è uscito in Spagna il libro No puedo callarte estos dìas nella traduzione di Teresa Albasini Legaz. Nel 2005 esce a Berkeley Portrait of a woman, tradotto da Jack Hirschman. Suoi testi vengono pubblicati anche su varie riviste e giornali internazionali.
http://www.donneinnerovarese.org/amici-pace/brugnaro/poesia3.htm
“la poesia in forma di volantino”
la poesia distibuita nei quartieri, tra gente che lavora duramente, fatta a mano, col ciclostile, per raccontare, per resistere e vivere
questa poesia non può lasciare indifferenti poichè parla del nostro tempo in cui mangiamo, senza averne ribrezzo, perfino la morte
un grandissimo poeta
ho avuto la foruna di conoscerlo ad un compleanno di Jack
una persona dolce e meravigliosa
insieme alla moglie incarnava proprio quello che ho sempre pensato della sua poesia verde verde e ancora verde e glielo dissi
mi ha detto con un gran sorriso grazie,grazie davvero
un grande uomo molto molto poeta
c.
sono felice di sentirne parlare con così grande passione e affetto, spero prima o poi di averlo come ospite.
Aspetto anche i tuoi testi ,Carmine,sempre che tu abbia voglia di condividerli con noi di cartesensibili.
l’indirizzo, se pensi di poterlo o volerlo fare, è cartesensibili@live.it
Personalmente ne sarei davvero lieta.fernanda.
cara fernanda ieri ho già provveduto con grande piacere ad inviarti i miei testi
sono felice e grato per questa opportunità
in attesa
un carissimo saluto
c.
Vado a controllare la posta. Grazie per la disponibilità e la partecipazione a Cartesensibili. Mi metto al lavoro. Un abbraccio,ferni
passo, leggo, e me lo porto via…ferruccio.
indispensabile ri-portare le sue parole. lo stesso senso dello scrivere di vita. grazie!
api
ben fatto, api, penso che ne sarebbe felice.ferni