“Troppa terra di quella che ti pesa dentro.
Mai sarai immortale.” Umberto Simone- L’isola delle voci
.
Correva un muro
nella calce del bianco un arco
un gesto tra me che lo guardavo
e il cielo che lo cur(v)ava dentro
quel foglio come una delle sue
mini(n)ature un vincolo
v(e)icolo di azzurro
precipitato
in mare senza nessuna altra proposta
senza rispettare la soglia senza sosta
…
Correva correva correva
oltre.
.
f.f. Inedito 2009
Ci sono versi, a volte tuoi passaggi, che non so bene cosa vogliano dire.
Ciò che non so, che non percepisco subito, mi permette di sostare sulle parole.
Ogni sosta è respiro, pausa profonda.
A volte poi mi sembra di prendere una strada, a volte sono più strade e non so dove mi porteranno, forse solo alla conoscenza di un nuovo “luogo del dove”.
ciao Ferni, qui ancora lavoro
fino a tutto luglio siamo “precettati”
le strade sono segni che facciamo noi e , appena dopo esserci passati, sembrano sparire. La memoria (è) lì-qui-da un altro…tanti altri dove! Forza dai che tra un po’ finisci anche tu! Il tempo aiuta, almeno qui non è afoso, una miniatura di estate primavera e persino autunno. Ciao,ferni
mi fa piacere la prima frase
se si intende l’epigrafe, appartiene ad una poesia di Umberto Simone, che avrò la gioia di incontrare presto,che si trova all’interno della sua raccolta: L’isola delle voci, Editrice E-etCì, 2001.
La poesia a cui faccio riferimento s’intitola Calipso. Grazie del segno, farà piacere anche a Umberto.ferni